A dirlo il consigliere comunale Giovanni Luzii.
“Non occorre essere specialisti per comprendere che quando una società fa degli utili i quali, invece che essere accantonati oppure utilizzati per fare investimenti, vengono liquidati ai soci vuol dire che la società è in salute e produce lucro per gli investitori proprietari delle azioni. Oggi purtroppo apprendiamo, come un fulmine a ciel sereno, che la realtà è differente e meno rosea di quanto fosse ipotizzabile. La Te.Am. S.p.A. ha reso noto da poche settimane che ‘intende procedere a selezionare un operatore finanziario con cui stipulare un contratto di mutuo di liquidità chirografo’. In particolare si richiede ‘l’erogazione in favore di Te.Am. S.p.A. di un mutuo, da destinarsi alla esigenze di liquidità ed avente le seguenti caratteristiche di massima: un importo stimato pari ad € 1.700.000,00; una durata di 120 mesi (10 anni); un tasso di interesse fisso’. Anche qui non occorre un esperto di finanza per comprendere la situazione: la Teramo Ambiente ha difficoltà economiche e chiede 1,7 milioni di euro al mercato per fronteggiare le proprie esigenze di liquidità. Quindi devesi presupporre che alla Te.Am. manchino i denari per mettere il gasolio ai mezzi aziendali, per pagare stipendi e/o straordinari ai dipendenti, per pagare i fornitori, per fare la manutenzione ai mezzi, per adempiere alle bollette energetiche, ecc”.
E ancora: “Oggi per allora torna urgente la domanda che lo scorso anno abbiamo ripetutamente fatto quando fu sciaguratamente acquisito il 49% delle azioni private: fermo restando la necessità di trasformare la società da pubblico-privata in società In House, il prezzo di acquisto non è stato enormemente superiore al valore effettivo della società? Ci fu risposto di no, che il prezzo era congruo. Ne prendemmo atto. Ma oggi, dopo 12 mesi, come si giustifica la necessità di un mutuo da 1,7 milioni per far fronte alla carenza di liquidità aziendale? La domanda è quanto mai opportuna se solo si consideri che il contratto intercorrente fra il Comune e la Teramo Ambiente relativo alla gestione del Servizio di Igiene Urbana riguarda un servizio che deve essere coperto nel 100% dei costi tramite la tassa sui rifiuti, la cosiddetta TARI. E la TARI del Comune di Teramo discende da un PEF (Piano Economico-Finanziario) redatto proprio dalla Te.Am. ed approvato pedissequamente dal Consiglio comunale di Teramo. Considerato che la Te.Am. ha un unico cliente (il Comune di Teramo che ne è proprietario) e che svolge quasi unicamente il servizio di igiene urbana, come è possibile che l’azienda non abbia i denari necessari all’ordinaria gestione? Ha forse sbagliato a redigere il PEF ed ha previsto costi inferiori a quelli effettivi? Oppure forse ha previsto entrate inferiori a quelle reali?”.