“L’effetto placebo delle dichiarazioni d’intenti fatte durante la campagna elettorale”, dice Ortelli, “è scemato con l’arrivo del primo step tecnico, quello del bilancio di previsione, che mostra invece l’amara realtà dell’indirizzo di questa amministrazione. La politica della tanto declamata “partecipazione” sembra invece riservata esclusivamente ad uno sparuto gruppo di amministratori e simpatizzanti mentre è preclusa alle persone effettivamente coinvolte e destinatarie del provvedimento in oggetto e più in generale a coloro che si adoperano realmente nell’incassare la famigerata tassa.
Dispiace dirlo perché la materia del turismo è particolarmente delicata e vitale per la nostra Città e ci aspettavamo quindi dialogo, ascolto e condivisione e invece viene servita questa decisione, bella e pronta, che fa presagire la vera intenzione ovvero la ricerca affannosa di ulteriori risorse destinate solo a mantenere posizione e consenso, snaturando il vero scopo della tassa che si traduce così in un mero affondare le mani nelle tasche dei turisti. Vogliamo sperare che si tratti di una leggerezza”, conclude Ortelli, “probabilmente dovuta all’inesperienza e alla superficialità di approccio alla materia e quindi, come tale, ancora facilmente sanabile utilizzando il semplice buon senso”.
Spetterà al capogruppo Di Giuseppe controbattere ora in Consiglio Comunale l’azione dell’amministrazione. “La strategia di rilancio del settore turistico di Roseto, dopo l’altisonante propaganda elettorale”, sottolinea Di Giuseppe, “la immaginavamo diversa: aumentare in maniera secca e senza alcun criterio di proporzione la tassa di soggiorno non aiuta la vocazione turistica della nostra Città e soprattutto ci penalizza nel diretto confronto con le cittadine rivierasche limitrofe (le famose sette sorelle) nostri naturali competitor e rischiano di affondare un intero comparto che è uno dei pilastri del nostro PIL. In assise daremo battaglia e difenderemo le categorie coinvolte facendo evincere le tante incongruenze contenute in questa illogica proposta, una su tutte: come si può pretendere di allungare la stagione turistica quando la prima cosa che si offre al turista è la richiesta di una tassa che prima non c’era? Questa amministrazione è formata da alcuni che raccoglievano il dissenso sull’introduzione della tassa di soggiorno ed oggi, con un repentino colpo di coda, prestano il consenso al suo aumento; completamente noncuranti delle difficoltà e richieste in cui versa un intero comparto, per di più già martoriato negli ultimi anni di pandemia”.