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Rimpasto giunta a Teramo, “Mossa di prospettiva? Solo una finta trasparenza”

“Tra i valori assoluti della figura di un sindaco devono esserci la correttezza, la serietà, l’onestà, la coerenza politica. Così come deve esserci la capacità di gestire situazioni complesse, sempre avendo il coraggio di dire la verità perché ai cittadini non possono bastare le pacche sulla spalla, i sorrisi rassicuranti, una finta trasparenza. Per questo il rimpasto di Giunta a cui abbiamo assistito in questi giorni, il secondo in quattro anni e mezzo di amministrazione D’Alberto, è stato la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo da tempo”.

A sottolinearlo Mario Cozzi, capogruppo comunale Forza Italia.

“Una procedura complessiva, quella adottata dal primo cittadino, di cui ci sarebbe da vergognarsi perché improntata proprio a una finta trasparenza motivandola come una “operazione di grande prospettiva”. Ne è un esempio la scelta di mettere alla porta l’oramai ex assessore Maurizio Verna: tutti ricordiamo come per un più di un anno e mezzo l’allora consigliere avesse dato filo da torcere alla maggioranza non nascondendo la sua aspirazione ad un ingresso in giunta. Ora, escluso dall’esecutivo, non ha battuto ciglio e ha sorriso. Così come deve far riflettere tutta una serie di contraddizioni a cui stiamo assistendo e che sono difficili da spiegarsi, se non come sosteneva Giulio Andreotti e cioè che a pensare male qualche volta ci si azzecca. Ricordiamo così quanto accaduto all’assessore Stefania Di Padova che, candidata alla ultime elezioni politiche, non ha potuto contare sull’appoggio del primo cittadino e per una manciata di voti non ce l’ha fatta a sedere in Parlamento: adesso da questo secondo rimpasto esce con la sola delega al Bilancio”.

E prosegue: “Ancora, il “caso” dell’assessore Andrea Core a cui è stata tolta la delega al Personale – e questo non può essere ritenuto un successo soprattutto a fronte delle spaccature aperte con i dipendenti – ma il sindaco D’Alberto lo ha ringraziato per “i grandi risultati ottenuti”. Tutto questo denuncia una generale, insopportabile assenza di dignità politica del Sindaco e dell’esecutivo. Indicativa la scelta politica di D’Alberto fatta nel primo rimpasto di far entrare in maggioranza i due ex candidati sindaci Giovanni Cavallari e Mauro Di Dalmazio che alle amministrative del 2018 erano stati suoi diretti competitor e, allo stesso tempo, assicurare il sospirato posto in Giunta a Verna e rinsaldare l’alleanza con il gruppo di + Europa grazie ad uno scranno riservato a Ilaria De Sanctis. Adesso nel secondo improvvido rimpasto che arriva a cinque mesi e mezzo dalle elezioni è tutto già visto: fa entrare nell’esecutivo Graziano Ciapanna, recente candidato alla presidenza del Bim e a cui quella mancata elezione ha aperto le porte di un assessorato e rinsalda i rapporti con il gruppo di Di Dalmazio. Incomprensibili, quindi, le giustificazioni che il sindaco D’Alberto dà a supporto di un’operazione rimpasto evidentemente elettorale. Mancanza di trasparenza e dignità politica, quindi, ma brilla anche un’incapacità amministrativa emersa in più di una decisione presa. Come l’utilizzo negli ultimi due anni dei fondi Covid per abbassare la Tari; come una ricostruzione pubblica ferma all’anno zero senza aver aperto un cantiere significativo; come il niente di fatto per l’edilizia scolastica. Un quadro, questo, che stride con le dichiarazioni relative ai frutti del Pnrr proiettati al lontano 2026 per suggerire un’ idea di efficienza amministrativa che non c’è. Né può passare inosservata la richiesta urlata dall’assessore alle Manutenzioni per poter giustamente contare su fondi adeguati a potature, asfalti, piccole manutenzioni che sono andate in difficoltà: l’amministrazione D’Alberto ha dimostrato che i soldi quando servono per dare risposte elettorali sa trovarli, mentre non ci riesce per assicurare dignità dovuta alle manutenzioni che pagano così il prezzo in termini di sicurezza. Pesa, infattti, quel milione e mezzo di compartecipazioni assicurate dal Comune, in un anno, a una miriade di associazioni e anche questo la dice lunga. E’ un’altra grande operazione di prospettiva. Ma una prospettiva elettorale”.