“Il caos più totale. Alterazioni della verità che si sommano a palesi menzogne. Affermazioni che lambiscono il grottesco e che fanno accapponare la pelle a qualsiasi funzionario pubblico degno di questo nome. E poi, immancabile, l’ennesimo cospicuo stanziamento di denaro pubblico utilizzato per ovviare ad assai probabili carenze di matrice amministrativa. Sullo sfondo, la possibilità purtroppo sempre più concreta che per vedere realizzato il nuovo ponte sul fiume Vomano servano ancora anni. Se tutto ciò, per la Provincia di Teramo, non corrisponde a un fallimento, poco ci manca”.
Taglienti come lame sono le parole che il consigliere regionale Leandro Bracco ha utilizzato per descrivere una situazione della quale si sta occupando da diversi mesi e che concerne un’importantissima struttura viaria che attiene al Teramano interno ossia il nuovo ponte sul fiume Vomano che andrebbe a collegare fra loro i Comuni di Castellalto e Cellino Attanasio.
“In questi giorni – esordisce l’esponente di Sinistra Italiana – in base ai documenti sottoscritti lo scorso 9 marzo presso la sede della Provincia di Teramo, il nuovo ponte sul Vomano avrebbe dovuto essere pressoché ultimato. Di questa infrastruttura però nessuna traccia. Due giorni fa è emersa la presenza di un documento ufficiale che prefigurava la revoca del finanziamento regionale di poco inferiore ai 6 milioni di euro per i reiterati ritardi nella rendicontazione dell’appalto che ancora non è stato avviato”.
“Nella giornata di ieri – afferma Bracco – la Provincia di Teramo ha risposto pubblicamente in merito alle lungaggini burocratiche rendendosi però protagonista di un atteggiamento alquanto sui generis e cioè ha messo la classica toppa che però è risultata essere peggiore del buco. Innanzitutto è contestabile l’affermazione dell’Ente secondo la quale ‘l’eventuale ritardo sulla rendicontazione dei lavori del nuovo ponte di Castelnuovo riguarderebbe solo una parte dei finanziamenti (i 3 milioni e 100 mila euro di Fondi Fas) mentre la restante parte (2 milioni e 900 mila euro di fondi regionali) non ha una scadenza. Per i fondi Fas c’è già stata una proroga e la scadenza per la rendicontazione è al 31 dicembre 2018’. Infatti, se da un lato dire che la probabile sottrazione di oltre 3 milioni di euro sarebbe meno grave rispetto alla perdita dei 6 milioni totali appare a tutti una incongruenza, dall’altro lato sottolineare nuovamente che c’è già stata una proroga e che la nuova scadenza sarà fra meno di 4 mesi senza che non solo il ponte non sia stato completato ma che nemmeno sarà lungi dall’essere iniziato, appare un’affermazione illogica”.
“Riguardo quest’ultima – prosegue Bracco – bisogna evidenziare come la Provincia abbia affermato che ‘entro il 25 settembre dovrebbe essere approvato il progetto esecutivo’. Una circostanza di poco senso che è non soltanto incongruente con la firma dell’appalto avvenuta il 9 marzo scorso (data nella quale la stessa Provincia di Teramo annunciava in pompa magna alla stampa che entro sei mesi il ponte sarebbe stato realizzato) ma è soprattutto contraddittoria e discordante con la determinazione dirigenziale adottata proprio nella giornata di ieri. In tale provvedimento il dirigente degli appalti della Provincia ritiene ‘di dover e poter avvalersi, per la descritta attività di verifica circa gli elaborati progettuali in essere, di una figura esterna all’Ente (dando atto oltretutto che ciò assicura anche la più assoluta terzietà) dotata di particolare e comprovata esperienza e specializzazione sotto il profilo tecnico-professionale cui conferire il necessario incarico di supporto al RUP Arch. Danilo Crescia, per un periodo di mesi uno, salvo proroghe'”.
“Questo incarico di un mese – nota Bracco – è stato affidato all’ingegner Vincenzo Cameli, scadrà, proroghe escluse, il 3 ottobre prossimo, costerà 25.376 euro e consisterà ‘nel ricontrollo dell’iter procedurale e verifica della progettazione in essere relativa all’opera’. Non occorre il calendario per poter dire che il 25 settembre non potrà essere approvato, come invece asserito dalla Provincia di Teramo, nessun progetto esecutivo proprio perché sarà in corso di svolgimento l’attività di controllo progettuale affidata ieri a un tecnico esterno”.
“Il tasso di mistificazione – rimarca il Consigliere Segretario – non è irrilevante quando la Provincia di Teramo specifica come sia ‘stato recentemente rimesso il progetto esecutivo attualmente alla verifica degli uffici tecnici provinciali, che si concluderà al massimo entro il 10 settembre 2018 prossimo venturo’ e che ‘l’approvazione del progetto esecutivo è previsto entro e non oltre il 25 settembre 2018 e la consegna dei lavori il 30 settembre 2018. Il tempo di realizzazione è di 180 giorni per cui la conclusione di tutti i lavori è prevista per il 31 marzo 2019’. Purtroppo le affermazioni della medesima Provincia di Teramo vengono smentite dalla convenzione approvata ieri, la quale si concluderà, proroghe a parte, il 3 ottobre prossimo e potrebbe anche giungere a esiti drammatici con la eventuale constatazione, da parte dell’ingegnere incaricato, che la progettazione non sia consona oppure adeguata al ponte che deve essere costruito. In questo caso le tempistiche di realizzazione diverrebbero bibliche, facendo di conseguenza tornare l’iter alle fasi iniziali con l’annullamento delle procedure sin qui condotte”. “Del resto – evidenzia Bracco – un incarico così oneroso lascia trasparire come il dirigente degli appalti non si fidi affatto delle conclusioni tecniche a cui è pervenuta la commissione interna all’Ente e meno che mai abbia fiducia del RUP (Responsabile unico del procedimento) nominato proprio dall’Ente per coordinare l’intera procedura. E come se tutto ciò già di per sé gravissimo non bastasse, la determinazione dirigenziale sottolinea inoltre come ‘sulla stessa procedura risulta oltretutto l’interessamento di attività investigativa della Procura della Repubblica di Teramo’. Una considerazione quanto mai irrituale per giustificare ritardi che non trovano alcun fondamento”.
“La superficialità e la mistificazione – conclude Leandro Bracco – sono stati e tuttora sono i due estremi entro i quali la Provincia di Teramo ha agito dando prova di parziali capacità che potrebbero compromettere sia l’erogazione del finanziamento regionale sia la realizzazione di un’infrastruttura basilare per le popolazioni interessate e per l’intero tessuto produttivo che gravita nell’area interessata dal fiume Vomano”.