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Politica Teramo

Ospedale Atri, il Pd risponde al Sindaco: “La nostra proposta in Commissione Sanità”

Atri. “La risposta da parte dell’Amministrazione comunale sulla nostra proposta riguardante il futuro dell’Ospedale, finalmente è arrivata. Non è sicuramente quella che ci aspettavamo, cioè una presa di posizione nel merito, ma essa è semplicemente e goffamente la riproposizione di vecchie e inutili polemiche, con un armamentario triste e fortemente propagandistico”, è il commento del Partito Democratico di Atri a quanto dichiarato dal Sindaco Piergiorgio Ferretti in merito al futuro dell’ospedale della città ducale.

“Dopo un utile e fruttuoso Consiglio Comunale da noi richiesto, dopo un documento condiviso sulla sanità atriana, abbiamo ritenuto di dover fare un passo ulteriore nel dibattito e presentare all’attenzione delle forze politiche, dei sindacati, dei cittadini, una proposta aperta e avanzata per dare un futuro certo al nostro Ospedale. Nel frattempo abbiamo registrato manovre, comportamenti e altri segnali inquietanti all’interno della struttura ospedaliera che abbiamo voluto denunciare anche all’Amministrazione comunale. Ecco la nostra forte richiesta di risposta e di confronto al Sindaco, altro che “ansia da prestazione”! Lei dovrebbe essere preoccupato della sua inutilità e isolamento politico all’interno della sua coalizione e del fatto che viene regolarmente escluso da ogni riunione ove si decidono le sorti dell‘Ospedale (vedi polemica con il Sindaco di Giulianova)”.

Il Pd continua: “Sindaco, per favore, non assuma atteggiamenti da ducetto piccato che non le sono consoni e che la fanno apparire francamente fuori tono e luogo. L’ autorevolezza si conquista con ben altre prestazioni. Risponda nel merito e nella sostanza! E se non ha argomenti, è inutile alzare cortine fumogene per coprire l’assenza, da parte sua, di controllo e di programmazione. Si chieda: “ma io, Sindaco di Atri, ed esponente di una coalizione di destra, emerito e conosciuto ammaina bandiere europee per il sollazzo degli estremisti sovranisti locali, conto qualcosa o stanno passando sulla mia testa soluzioni e programmi a me sconosciuti e imbarazzanti?”

“Lei parla di “quattro milioni di euro per progetti già in essere” per l’Ospedale. Non ce ne vuol parlare? Non ne vuole discutere con i cittadini? Lei dice “che quasi tutti i reparti torneranno a funzionare”; quasi? E’ quel quasi che ci preoccupa. Ma quando? Siamo già in ritardo, non se ne è accorto? Lei ribadisce “la disponibilità a confrontarsi sulla progettualità”. Bene! Allora convochi subito la Commissione Sanità e la faccia discutere sulla nostra proposta e su eventuali altre, poi convochi il Consiglio Comunale sull’argomento. Noi chiediamo questo e bando alle ciance, non è il momento! Il S. Liberatore non si tocca!”.

Abruzzo Civico: L’ospedale non sia ostaggio di rinfacci politici. Serve davvero un’area Covid?. “Il presente e, soprattutto, il futuro dell’Ospedale di Atri, non possono essere ostaggio dei rinfacci politici. Semplicemente, perché non conducono a nulla, oltre ad essere uno sterile esercizio che richiamerebbe, all’infinito, le responsabilità di tutti i governi regionali che si sono succeduti nel corso delle legislature”, scrive in una nota il consigliere comunale di Abruzzo Civico Atri, Paolo Basilico. “Non vi è campagna elettorale che non si consumi sulla pelle del San Liberatore e non vi è un governo regionale da cui non abbiamo dovuto difenderci. È pur vero, però, che onestà intellettuale e consapevolezza dovrebbero accompagnare sempre le dichiarazioni pubbliche, soprattutto quando provengono da amministratori, perché il metro del tempo non lo si può usare a proprio piacimento”.

“Se è vero che al governo del Pd si ascrive lo scippo del punto nascita, tra l’altro previsto già in un documento del 2010 ( Giunta Chiodi ), è altrettanto vero che non possiamo dimenticare la feroce stagione, a guida centrodestra, del Direttore Generale Varrassi, dei suoi atti aziendali che tracciavano per il nostro nosocomio un futuro di lungodegenza, a cui anche politici locali strizzavano l’occhio. Atti da cui abbiamo dovuto difenderci a colpi di ricorsi, proteste di piazza, fiumi di mozioni e azioni eclatanti. Le esperienze ci hanno insegnato che dobbiamo sempre giocare in difesa e che le grandi “battaglie” la città le ha vinte quando ha saputo fare squadra. Ultima, quella relativa al commissariato su cui nessuno può mettere il bollino, perché è stato proprio il concorso delle forze a determinarne l’esito. Oggi, lo scenario che abbiamo davanti è, nel suo complesso, unico, per la straordinarietà dell’emergenza, ma per certi versi ripropone vecchi timori e preoccupazioni. È di pochi giorni fa l’inaugurazione dell’Ospedale Covid di Pescara, con attuali 32 posti letto che, a regime, saranno 181, di cui 40 di terapia intensiva. È stato definito lo “Spallanzani” d’Abruzzo, quindi mi chiedo: c’è davvero bisogno di dedicare al Covid, e tra l’altro non se ne conoscono i particolari, sia in termini strutturali che di risorse umane, un padiglione del San Liberatore? Siamo certi che questa sia la strada giusta?”.

“Quel che abbiamo oggi sotto gli occhi è un presidio schiacciato da e sul Covid e sono davvero preoccupanti i numeri di tutte le prestazioni rispetto a quelle che venivano erogate fino a pochi mesi fa. È innegabile, infatti, che, dati alla mano, le prestazioni erogate dal San Liberatore erano, per volume, seconde solo al nosocomio teramano, segno di un ospedale attivo e punto di riferimento di un’area molto estesa. Con lo spirito propositivo di sempre, ricordo che ho avanzato una proposta alternativa, ignorata completamente dal Consiglio Comunale e dalle forze politiche tutte, proposta che discende da un interrogativo che si fa sempre più pressante: serve davvero un’area Covid? Pertanto, auspicando che il distacco emotivo dalle terribili settimane che abbiamo alle spalle aiuti tutti ad una riflessione più ampia, scevra da condizionamenti di parte, sarebbe opportuno si aprisse un tavolo di confronto con la partecipazione attiva di tutte le forze politiche, dei sindacati e dei comitati perché il San Liberatore è patrimonio di tutti!”.