Luciano Monticelli aderisce a “Siamo Europei”: il manifesto di Calenda

“Ho scelto di aderire al manifesto di Carlo Calenda, ‘Siamo Europei’, perché ha l’ambizioso obiettivo di riformare l’Europa senza per questo negarne l’importanza. Perché si superi l’idea su cui il governo sta plasmando erroneamente gli elettori”.

 

 

Così l’ex consigliere regionale Luciano Monticelli commenta all’indomani delle elezioni regionali dello scorso 10 febbraio la scelta di adesione al manifesto promosso dall’ex ministro dello Sviluppo Economico e che punta a riunire il centrosinistra in occasione delle prossime elezioni europee.

“Sebbene locali – spiega Monticelli – le elezioni regionali appena trascorse ci hanno dato prova che di locale non si è poi così tanto parlato: ha vinto un candidato non abruzzese e la campagna elettorale è stata svolta su tematiche di interesse nazionale. Tante persone hanno sostenuto Salvini perché si dice che non abbassa la testa davanti all’Europa, perché mette davanti gli interessi nazionali a quelli degli europei, perchè non si piega alle lobby. Ma – si chiede l’ex consigliere regionale – ci siamo chiesti qual è ruolo che noi politici abbiamo nei confronti della società civile e di come le nostre parole possano influenzare i nostri concittadini? L’Europa è davvero il nemico da combattere a tutti i costi?”.

Sebbene sia un ente molto complesso e macchinoso, Monticelli sostiene infatti a gran voce che “l’Europa è anche la cosa più bella che ci sia successa negli ultimi 70 anni. L’Italia è uno dei principali fondatori dell’Unione Europea e in tutti questi anni ha lavorato affinché essa si evolvesse. Il nostro Paese deve continuare a esserne uno dei protagonisti per arrivare alla nascita degli Stati Uniti d’Europa. E, è innegabile, il futuro dell’Italia, dal punto di vista economico e politico, dipende fortemente dal raggiungimento di questo traguardo”.

Non solo. A convincere l’ex consigliere regionale anche il nuovo respiro promosso dal manifesto, che ha tutte le carte in regola per arginare le derive populiste e nazionaliste e superare le divisioni, dando voce anche alle realtà sociali che non si sono sentite rappresentate dalle forze politiche. “L’auspicio – conclude Monticelli – è che progresso, competenze e cultura diventino il collante di forze diverse che si impegnano per rifondare e difendere l’Europa. Provarci è un obbligo”.

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