I piccoli Comuni e i comuni delle aree interne soffrono un’emorragia cronica di abitanti. Si spopolano di residenti. E si svuotano di servizi essenziali. A sottolinearlo è il presidente del Pd Abruzzo, Manola Di Pasquale.
“I dati fotografano il fenomeno: il Comune di Valle Castellana, in provincia di Teramo, ha perso in 38 anni ben 1251 abitanti (passando dai 2142 del 1981 agli 891 del 2019) seguito da Bisenti (-1191), Cellino Attanasio (-1090), Cermignano (-932), Castelli (-756), Cortino (-646), Rocca Santa Maria (- 522), Arsita (-482), Castiglione Messer Raimondo (-468), Montefino (-337) e ancora Pietracamela (-159) e Penna Sant’Andrea (-107). Così come in Abruzzo ci sono Comuni con soli 82 abitanti, come Montebello sul Sangro, in provincia di Chieti. In queste aree restano via via in pochi e, tra questi pochi, resistono quei sindaci baluardo di battaglie per la sopravvivenza, da un lato, e per il recupero dei servizi essenziali, dall’altro”.
Per la Di Pasquale, “La sfida è proprio quella di dotare queste aree di infrastrutture materiali ed immateriali green, di agevolare il recupero dei servizi senza i quali, intere famiglie e soprattutto quelle con figli scelgono di andare via e di creare le condizioni affinché altre famiglie vi facciano ritorno. C’è sempre più bisogno di uscire dalle grandi metropoli per far ritorno in comunità più piccole, in aree aperte ed ecologiche, godendo di aria e cibo sano a tutela del benessere del fisico e della mente. La pandemia ha evidenziato non solo questa esigenza ma anche l’urgenza di ripristinare una sanità di prossimità e domiciliare ramificata sui territori. E’ ora di aprire a tali riflessioni in termini di progettualità così che anche le aree interne possano trovare un’importante collocazione nei temi del PNRR e della programmazione europea”.
E ancora: “In questi giorni si parla tanto di risorse economiche. Penso al Fondo di sostegno ai comuni marginali dal quale dovrebbero arrivare circa 9,7 milioni di euro per 87 Comuni abruzzesi. Penso al progetto di legge regionale che prevede un assegno di natalità da 2500 euro annui (per tre anni alle famiglie che risiedono in un Comune montano o decidono di trasferirvi la residenza per i successivi tre anni ed entro 90 giorni dalla richiesta del contributo). Come invertire la tendenza alla fuga? La sfida è agire oggi. Ben venga provare a spingere il “ripopolamento” con misure a favore di nuovi insediamenti produttivi, nuove attività imprenditoriali e commerciali, ben vengano azioni a sostegno delle famiglie. Abituarsi allo “spopolamento” è la peggiore delle misure da mettere in campo”.