Se da una parte la coordinatrice comunale, Lucia Verticelli, si schiera contro la scelta del Comune di Teramo di rendere la TeAm interamente pubblica, dall’altra i consiglieri comunali Bartolini, Luzii e Di Teodoro rivendicano invece la scelta dell’amministrazione, ispirata da una loro mozione.
Italia Viva Teramo, insomma, si spacca sulla questione Teramo Ambiente.
“A Teramo asili privati e spazzatura pubblica ha detto la Verticelli – Nel lontano 1994 il servizio comunale di raccolta rifiuti era un disastro, e pochi netturbini, dipendenti del comune, non riuscivano a tenere sufficientemente pulita la città. I costi del servizio erano anche alti, e si decise di creare Team, società mista con il privato.
Sempre nel 1994 gli asili nido comunali funzionavano benissimo, come è sempre stato, e a nessuno venne in mente di privatizzarli. 25 anni dopo la Giunta D’Alberto ha rovesciato la storia: la raccolta rifiuti torna pubblica e gli asili diventano privati. E’ davvero difficile ipotizzare che potrà essere un cambiamento in meglio, soprattutto sul versante dei servizi ai nostri bambini.Per i rifiuti oggi paghiamo un milione e quattrocentomila euro di soldi dei contribuenti per acquistare una società che non vale nulla, e per gestire la quale serviranno altri milioni di euro dei contribuenti, al fine di ri-efficientarla, dotandola di tutte le attrezzature e i mezzi di cui è sprovvista.
La condizione dei lavoratori che confidano di diventare “pubblici” non cambierà, perché continuerà a seguire le regole dell’in House cioè del privato. Un’operazione costosa, molto costosa, una montagna di soldi, un’operazione statalista e dirigista, di cui davvero non si sentiva il bisogno. Con quelle risorse si potevano tenere gli asili pubblici, sistemare le strade (non solo colorarle!) e provare a ridare un po’ di vitalità alla città e al suo tessuto produttivo. Un’ operazione che sarà una zavorra economica infinita per le future amministrazioni e per la collettività teramana, che quel milione e quattrocentomila euro non li rivedrà mai più”.
Per i consiglieri, invece, “la battaglia per l’acquisizione delle quote private è una battaglia integralmente intestata al nostro Gruppo consiliare che ha continuato da tre anni, nonostante l’opposizione preconcetta ed immotivata del sindaco, ad insistere fino al risultato odierno. Rammentiamo che è opera nostra l’inserimento nel programma elettorale dell’acquisto del 49% della Te.Am.; che è parimenti nostra iniziativa l’inserimento nelle Linee Programmatiche di mandato 2018-2023 della medesima misura d’azione; che allo stesso modo è nostro l’atto propulsivo da ultimo presentato in data 2 dicembre 2020 con l’apposita mozione consiliare (che si allega) in esito alla quale la Giunta comunale ha invertito la rotta di 180 gradi con le deliberazioni di gennaio 2021 e febbraio 2021 (parimenti allegate e dove si dà atto che fino alla fine del 2020 il Comune perseverava nella velleitaria gara a doppio oggetto, totalmente alternativa all’acquisizione delle quote private). Purtroppo, la palese incapacità della maggioranza di procedere alla gara a doppio oggetto, intendimento che il Sindaco ha sempre manifestato e inserito negli atti amministrativi comunali, è la prova degli errori di gestione, della enorme perdita di tempo e soprattutto di denaro, che hanno dovuto subire i 161 dipendenti della Te.Am. e tutti i residenti teramani. In questi tre anni persi, per i quali il sindaco dovrà spiegare la cocciuta velleità di perseguire la strada della gara a doppio oggetto, sarà necessario chiarire il perché della spesa inutile di 120mila euro versati per l’inutile partecipazione nella società Mo.Te. S.p.A. avente il medesimo oggetto sociale, così come andrà chiarita la maggiore spesa di almeno mezzo milione di euro sul prezzo che avremmo potuto spuntare direttamente dalla curatela fallimentare di Venezia nel 2019 (guarda caso quasi coincidente con i 555mila euro in più – rispetto alla base d’asta di 1,2 milioni – pagati dall’attuale socio privato Gavioli all’esito dell’esperimento dell’asta svoltasi nel 2019). Ad ogni buon conto, pur con gli evidenti errori di rotta e lo sperpero di tempo e denaro, non possiamo non essere felici che la conclusione sia quella più utile per una gestione finalmente efficiente ed efficace dei servizi fino ad oggi resi dalla Te.Am. alla comunità teramana. Ci auguriamo che, sull’onda di questo cambio di rotta, si possa revocare anche la privatizzazione degli asili nido comunali e continuare a credere nell’eccellenza della gestione pubblica degli asili nido, come avvenuto negli ultimi 30 anni”.