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Giulianova, tutti d’accordo con la proposta del Comitato per un ospedale di I livello

Giulianova. Grande successo per il dibattito pubblico, organizzato dal Comitato Intercomunale per la salvaguardia dell’ospedale costiero a Giulianova, sulla sanità e la riorganizzazone delle rete ospedaliera regionale tenutosi lo scorso giovedì nella Sala Buozzi di Giulianova.

 

Al dibattito sono intervenuti: Severino Serrani, Vice presidente della Provincia di Teramo, Ercole Core, Abruzzo insieme con Legnini Presidente, Rudy Di Stefano candidato di Azione politica (circolo Castrum) per Marsilio Presidente, Francesco Mastromauro ex Sindaco di Giulianova e candidato con la lista Progressisti con Legnini Presidente, Margherita Trifoni candidata Movimento 5 stelle per Sara Marcozzi Presidente, Anna Braga libera cittadina
Antonio Fusaro Presidente Comitato di quartiere annunziata Giulianova, Ana Marà candidata PD per Legnini Presidente, Augusto Di Stanislao candidato con Abruzzo Insieme per Legnini Presidente e Federica Di Pietro candidata di Azione politica per Marsilio Presidente.

Dal dibattito è emerso come tutte le forze politiche siano d’accordo nell’appoggiare e quindi sostenere la proposta di riordino della sanità e la riorganizzazione della rete ospedaliera avanzata dal comitato intercomunale per la salvaguardia dell’ospedale costiero.

Ha aperto il dibattito il Presidente non che porta voce del comitato intercomunale, Pablo Ghaderi ringraziando tutti i presenti e anche tutti coloro che hanno dovuto disdire all’ultimo momento comunicandolo per tempo. Ghaderi ha spiegato il lavoro che il comitato tutt’ora sta portando avanti rispetto al primo blocco dove la cittadinanza si era abituata a vedere un comitato presentissimo sul territorio con i diversi punti di raccolta adesioni, in particolar modo con il presidio permanente davanti l’Ospedale di Giulianova. Il comitato è stato molto presente con un azione di monitoraggio continua su tutto ciò che accadeva all’interno del nosocomio Giuliese ricordando che ultimamente, il 24 dicembre per l’esattezza, ed ha consegnato personalmente una lettera al Presidente del consiglio Conte visto che negli ultimi 2 anni la patata bollente del riordino della sanità e la riorganizzazione della rete è stata continuamente rimpallata tra amministratori regionali e Asl territoriali, fino ad arrivare al Governo centrale.

“Il comitato intercomunale . ha precisato il Presidente – si è detto da subito contrario ai tavoli di confronto fatti in regione sostenendo che non avrebbero portato a nulla come si è poi dimostrato.  Con il passare di questi due anni i tavoli venivano rimandati, in un secondo momento qualcuno ha addirittura imputato al comitato il quale, secondo loro, muovendosi in questa maniera avrebbe portato questi tavoli ad un nulla di fatto, quando il comitato in realtà si è semplicemente limitato ad affermare che i tavoli in questione fossero inutili in quanto istituiti solo per prendere tempo poiché il piano di riorganizzazione sanitaria, una volta portato in regione è stato votato ed è stato pubblicato e in questo piano di riorganizzazione, l’ospedale costiero di Giulianova, che è una struttura di fondamentale importanza per tutta la popolazione della provincia di Teramo in quanto è l’unico presente sulla costa teramana, ovvero quella che va da Silvi a Martinsicuro.
Questo piano votato e pubblicato dall’ex governo regionale, declassava questo ospedale ad un semplice pronto soccorso.  Un piano di riorganizzazione simile, dal nostro punto di vista che è completamente asettico ed apartitico ma che bensì, si rifà all’articolo 32 della costituzione Italiana, quindi un punto di vista che tutela e che deve dare la garanzia al cittadino di essere curato. Partendo quindi da questo punto di vista, questo piano di riorganizzazione sanitaria appare un crimine in quanto è impensabile che un piano di riorganizzazione preveda 3 pronto soccorsi (Atri, Giulianova e Sant’omero) ed un solo ospedale di primo livello a Teramo. Questo starebbe a significare che in una fascia costiera turistica come la nostro, dove in estate la popolazione aumenta in maniera esponenziale, se chiunque avesse ad esempio un infarto, dovrebbe arrivare fino a Teramo.  Non serve studiare medicina per capire che tutto ciò non è possibile”.

“Questo sistema di riorganizzazione – aggiunge Ghaderi inoltre è poco credibile per la distribuzione sul territorio, dei distretti sanitari di base che servono da filtro agli ospedali.  Nel Teramano sono presenti 5 distretti sanitari di base, che reputiamo un numero consono.  Ma se poi ci spostiamo nelle altre province vediamo come a Pescara ve ne siano 15, a Chieti 23 e a L’Aquila 20, va da sé che qualcosa non funziona. Poi invitiamo tutti a riflettere sul numero di ASL presenti in Abruzzo.  Regioni a noi vicine dove la sanità funziona, hanno una sola ASL ovvero una sola dirigenza che si occupa di far funzionare al meglio l’intero sistema di amministrazione sanitaria regionale.  In Abruzzo invece ne abbiamo ben 4,quindi abbiamo 4 ASL, 4 dirigenze e 4 modi differenti di operare su un territorio che conta meno abitanti di un quartiere di Roma.  E chiaro quindi che vi sia la necessità impellente di una riorganizzazione sanitaria. Ed altresì impensabile come sia stato avallato dalla scorsa amministrazione regionale un progetto di project financing, come sostenuto dal decreto Lorenzin il quale prevede che, non essendo lo stato nelle condizioni economiche per poter garantire un servizio sanitario al meglio, considerate le specialità per i tre livelli di ospedale si può prevedere che le strutture private abbiano compiti complementari e d’ integrazione all’interno della rete ospedaliera.  Ed è proprio sull’integrazione dove sorge il problema in quanto lo stato ci dice: Io stato, in accordo con i privati, metto a disposizione una struttura ospedaliera ma poi i reparti vengono esternalizzati con contratti di gestione pluriennali, e ciò vuol dire che possono partire da 20 a 70 anni. Praticamente parliamo di privatizzazione della rete ospedaliera, e come già risaputo viste le esperienze passate, i servizi privatizzati non funzionano e lo abbiamo testato sulla nostra pelle in altri settori come ad esempio le telecomunicazioni e i trasporti, dove abbiamo chiaramente testato che la privatizzazione risulta contro producente sotto un aspetto dei servizi e soprattutto contro producente sotto un punto di vista economico. Tutto ciò è inaccettabile perché, come cittadini abbiamo alla base di un idea di sanità e anche di governo che funzioni, la tutela della salute pubblica.  E negli ultimi anni la salute pubblica non solo non è stata tutelata ma è stata messa in serio rischio, come abbiamo visto anche dalle dichiarazioni riportate sui giornali fatte dall’ex assessore alla sanità regionale il quale affermava che non è un problema declassare l’ospedale costiero poiché 4/5 chilometri a destra o a sinistra ci sono altri ospedali che possono sopperire.  Quando un amministratore risponde in maniera così spicciola e non veritiera perché il primo ospedale secondo il suo piano di riorganizzazione, si troverebbe a 30 chilometri di distanza.  Come possiamo pensare di essere tutelati sotto un punto di vista sanitario da tali amministratori? È impensabile.

Il Comitato ha anche ricordato che su 115 miliardi di euro stanziati dal fondo sanitario nazionale nel 2017, la corte dei conti ha certificato uno spreco di 23 miliardi quindi uno spreco del 20% che il nostro ex governo regionale ha fatto su quei fondi statali.

“Ribadendo – conclude il Presidente – i principi fondatori del comitato che non è, e non va contro le strutture di Atri e Sant’Omero ma bensì, porta avanti una battaglia per la reale tutela del cittadino, proponendo la trasformazione di quelle strutture in strutture per la riabilitazione e la lungo degenza e la presenza di 2 ospedali di primo livello, uno sulla costa a Giulianova che vada a servire tutta la fascia costiera, ed uno a Teramo che, ragionando per assurdo potrebbe diventare di secondo livello tramite una spartizione dei reparti più capillari tra i due ospedali di primo livello di Teramo e L’Aquila.  Ma questa è un’ipotesi che non è stata minimamente presa in considerazione dagli ex amministratori regionali e dagli amministratori delle ASL in quanto questo ragionamento non è politicamente conveniente per loro”.

Dopo Ghaderi ci sono stati gli interventi di politici e cittadini presenti all’incontro, tutti d’accordo, con qualche frecciata e critica alla passata amministrazione regionale e all’ex sindaco di Giulianova, per confermare l’ospedale costiero di I Livello anche nel teramano.