“Riteniamo, infatti, che la progettazione del plesso – spiega Katia Verdecchia – non possa prescindere da una visione comune, condivisa con gli utenti e coinvolgendo le migliori competenze del settore. Su temi strategici, in particolare relativi all’edilizia scolastica che si è rivelata un nervo scoperto del nostro comune, è giunta l’ora di porre in essere azioni e di adottare un approccio pragmatico, mettendo in campo proposte concrete. Come ribadito anche dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Teramo, qui non si tratta della semplice costruzione di un edificio, ma di ripensare e progettare una scuola aperta al territorio, concepita come nuovo centro civico in linea con gli standard prescritti dal Ministero in materia di sicurezza anti-sismica e di efficienza energetica, armoniosamente integrato nel contesto cittadino e sede di spazi e servizi per la comunità scolastica e non solo”.
“Questa concezione purtroppo – aggiunge – non è contemplata dall’iter tecnico-burocratico avviato dall’Ente e pertanto sarebbe opportuno sospenderlo per aprire un tavolo di lavoro con tutti i soggetti interessati. Altro aspetto, ma non meno importante, è la necessità di valutare il reperimento di ulteriori risorse finanziarie affinché il nuovo Polo scolastico sia una scuola modello e una buona prassi del territorio, sotto il profilo della sicurezza e della sostenibilità energetica e ambientale. Pensiamo, ad esempio, all’opportunità degli incentivi contemplati dal GSE (Gestore Servizi Energetici) con il Conto Termico, che prevedono finanziamenti a fondo perduto per interventi di riqualificazione e di ricostruzione di edifici con caratteristiche energetiche avanzate (in questo caso fino al 65% anche per eventuali spese di demolizione) che l’amministrazione richiedente può ottenere sin dalla fase di avvio dei lavori e cumulabili anche con altri incentivi e strumenti finanziari agevolati, fino alla copertura del 100% dei costi sostenibili”.
“Intervenire sul nuovo Polo scolastico con un approccio di questo tipo può consentire di trasformare l’ex tribunale in un edificio ad energia quasi zero (nZEB), basato sull’impiego di fonti rinnovabili. Questa può essere una grande occasione per progettare e realizzare a Giulianova una scuola in linea con le più recenti evoluzioni della didattica, delle migliori tecniche costruttive e innovazioni tecnologiche presenti sul mercato, costituendo così un tassello importante per migliorare la qualità della vita delle nuove generazioni e dell’intero territorio comunale”, conclude la Verdecchia.