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Giulianova, ‘ex Sadam: il teatro che non c’è’

Giulianova. Continua a far discutere la variante sul piano di recupero dell’ex Sadam. Dopo l’assemblea pubblica dei giorni scorsi Il Cittadino Governante continua a sollevare dubbi sulla realizzazione del teatro, mentre il Partito Democratico torna sulla vicenda sollevando più di qualche dubbio sul vantaggio in merito ad opere pubbliche.

“Sono più di due anni che la Giunta Costantini annuncia trionfalisticamente che il teatro previsto nell’area ex Sadam sarebbe stato realizzato all’interno del Kursaal, ora invece scopriamo che il teatro non c’è più: né in via Trieste, né all’interno del Kursaal!
Nella commissione urbanistica riunitasi qualche giorno fa il sindaco Costantini ha infatti affermato che per il momento il teatro previsto nel precedente Piano di Recupero approvato nel 2010 viene solamente monetizzato con un contributo della proprietà di 480.000 euro e che è ancora da decidere dove farlo e come farlo”.

E’ il commento de Il Cittadino Governante, precisando che “nel dire ciò ha smentito persino ciò che é scritto nella Delibera Consiliare, dove nella relazione del Dirigente allegata si legge: ‘Realizzazione di una sala teatro di circa 330 posti al Kursaal per un importo di 480.000 euro dati dalla proprietà e da realizzare a cura del Comune’.  Ora non possiamo esimerci dal fare alcune considerazioni: Con 480.000 euro non si costruisce nessun teatro degno di questo nome in grado di accogliere gli spettacoli di livello nazionale (come per 30 anni è stato possibile finché c’è stato il cine-teatro Ariston), né al Kursaal, tantomeno altrove. Il Kursaal non è adatto a ospitare un teatro da 700/800 posti, e non ci sarebbero né un palcoscenico né i camerini adatti alle compagnie nazionali. Inoltre i parcheggi ora in quella zona sono inesistenti. Il Kursaal deve poter continuare a svolgere al piano terra la sua importante funzione di sala convegni che da sempre ospita centinaia di iniziative l’anno. Il teatro deve essere realizzato dov’è ora lo zuccherificio con una bella piazza davanti e senza auto altrimenti l’area ex Sadam risulterà alla fine un quartiere un po’ dormitorio, un po’ centro commerciale. I 5.200 mq in più rispetto a quanto edificabile in base agli alti indici edificatori previsti nell’area ex Sadam erano stati concessi nel Piano precedente per il recupero dell’archeologia industriale (ex zuccherificio) e per la costruzione del teatro/auditorium. Ora nel nuovo Piano che non prevede né l’archeologia industriale né il teatro perché vengono concessi 2.500 mq in più rispetto a quello che si può costruire?”

“Quel premio si giustifica solo se viene costruito il teatro e si dà gratuitamente al Comune. Giulianova è una città con profonde tradizioni e grandi potenzialità, ha aspettato per decenni la riqualificazione di quell’area, ora merita di avere un quartiere di qualità connotato da un importante spazio pubblico quale è un teatro/auditorium.  Lo dobbiamo ai cittadini, alle prospettive del turismo e ai nostri giovani”, conclude il Cittadino Governante

Dopo l’intervento dello scorso febbraio torna sulla vince anche il Partito Democatico precisando, in vista del Consiglio Comunale in cui verrà proposta l’adozione della variante al Piano di Recupero “ex Sadam” e della relativa modifica delle condizioni stabilite in convenzione in merito alla contropartita pubblica, che “ciò che doveva tornare in termini di opere al pubblico fosse almeno uguale o maggiore di quanto stabilito dalla convenzione del 2010”.

Per il PD giuliese “la grande piazza di fronte via Sardegna rimanga così com’era e magari non venga in mente a qualcuno (come pare che sia stato esposto in Commissione urbanistica) di trasformarla in un parcheggio a servizio di qualche attività commerciale non prevista fino ad ora; le superfici commerciali ancora da edificare siano di “vicinato” e non medie superfici di vendita non previste nel Piano Attuativo vigente che, se fatte realizzare non farebbero altro che configurare un centro commerciale di fatto che farebbe saltare tutte le attività commerciali su via Trieste e di quel che rimane del centro commerciale “I Portici”; vengano ristorate al comune le somme derivanti dall’ obbligo mai assolto dal privato di realizzare una tensostruttura ad uso teatro tenda nell’attesa che si fosse costruito il teatro nel manufatto da recuperare (circa 200.000 euro da capitalizzare dal 2010 ad oggi); allo stesso modo, se non dovesse più realizzarsi la sala teatrale, vengano capitalizzate nei confronti del Comune le somme derivanti dal mancato uso delle 20 serate all’anno per venti anni stabilite nella convenzione vigente; le urbanizzazioni esterne allora previste (via Sardegna, via Trieste ecc.) siano realizzate a cura del privato così come stabilito allora con cifre già ben definite; vengano ricalcolati, a favore del Comune, gli sgravi e le superfici concesse in più a fronte del fatto che si fosse ristrutturato il manufatto di “archeologia industriale”; siano salvaguardati gli spazi dove andare ad ubicare la farmacia comunale oggi in affitto e la fruibilità pubblica degli spazi oggetto di pubblica cessione”.

“Non si può fare a meno di sottolineare – aggiunge . che, se si dovesse modificare la convenzione in termini di minore ristoro al pubblico, allora bisognerebbe riflettere su quanto realizzato fino ad ora e cioè se si è costruito in virtù della convenzione vigente dove era stabilito che si facessero determinate opere ed in determinata quantità; diminuendo la contropartita al Comune allora quello che è stato realizzato fino ad ora sarebbe parte in eccedenza ed andrebbe allora eliminato?”

“Infine si ricorda che le agibilità di quanto realizzato fino ad oggi erano vincolate alla realizzazione delle opere di urbanizzazione del primo stralcio del Piano di Recupero e quindi ci chiediamo: sono state realizzate le opere di urbanizzazione? se non lo sono state, in ciò che si è costruito si potrebbero legittimamente esercitare le singole destinazioni d’uso?
Ricordiamo anche che il Comune può agevolmente esercitare in caso di insolvenza di quanto sopra l’escussione della polizza fideiussoria a garanzia delle opere prevista per legge”, conclude il PD.