“Apprendiamo dai giornali – spiega l’associazione giuliese – che l’ASL sta procedendo nella valutazione della proposta di project financig per la realizzazione di un nuovo ospedale a Teramo di 600 posti letto. Cogliamo l’occasione per ricordare che, con una popolazione di circa 310.000 abitanti che lievita notevolmente nel periodo estivo sulla costa, occorre prevedere una rete ospedaliera provinciale diversa rispetto a quella attuale, più razionale e più adeguata ai bisogni di cura. Nella nostra provincia quattro ospedali non sono sostenibili e sono anche irrazionali sotto il profilo della qualità, della sicurezza e dell’efficienza. Nel contempo è necessario affrontare anche due gravi problemi: mancano, rispetto agli standard ospedalieri, circa 300 posti per acuti; il costo della mobilità passiva, al netto di quella attiva, è di 77 milioni di euro l’anno”.
“In una provincia – aggiunge – che va dal Gran Sasso al mare Adriatico e in assenza di cliniche private convenzionate, che comunque non auspichiamo, la soluzione più razionale è quella di prevedere due grandi ospedali di primo livello per acuti: uno nel capoluogo, a Teramo, di circa 600 posti-letto e l’altro sulla costa, a Giulianova, di circa 400 posti-letto. Quello di Teramo può, inoltre, contribuire a realizzare insieme a quello dell’Aquila un polo ospedaliero di secondo livello per le popolazioni teramana e aquilana. Tanti sono i motivi che consigliano questa soluzione e, per poterli esprimere, chiediamo al Governatore Marco Marsilio che venga ripristinato il tavolo di confronto sul tema della rete ospedaliera provinciale con la presenza anche del Comune di Giulianova. D’altronde è necessario dialogare con i territori se si vuole individuare la soluzione più adeguata e sostenibile per garantire il pieno diritto alla salute dei cittadini e dei tanti turisti che frequentano la costa teramana”.
Intanto all’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì Il Cittadino Governante chiede di dare concretezza alla dichiarazione di attenzione verso l’ospedale di Giulianova prevedendo: “da subito il ripristino di Chirurgia, Ortopedia e Pronto Soccorso come UOC (Unità Ospedaliera Complessa ) con il primariato autonomo rispetto all’ospedale di Teramo; la conferma di tutti i reparti ancora esistenti; la progressiva riapertura di tutti quelli chiusi negli anni passati come Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, Otorinolaringoiatria e Urologia; l’acquisizione di nuovi reparti come Oncologia, Neurologia e Oculistica (per completare ciò che è previsto per legge negli ospedali di 1° livello); l’espletamento dei concorsi per i primari mancanti e per il resto del personale medico e non medico, necessari per ricostituire gli organici in sofferenza; la conferma del finanziamento assegnato con l’art.20 per la realizzazione del nuovo ospedale”.