“Purtroppo lui, come gli altri consiglieri teramani di maggioranza, ha perso una grande occasione di dimostrare fattivo sostegno alle istanze del territorio fidandosi delle indicazioni, dimostratesi sbagliate, dell’Assessore Mauro Febbo. Infatti se la Corte Costituzionale dichiarerà la incostituzionalità della riforma decadrà ogni obbligo di accorpamento, che fosse volontario o obbligato, mentre invece per quelle realtà che già hanno provveduto alla fusione non ci sarà alcuna possibilità di tornare indietro e questi sono fatti, non opinioni, sui quali può tranquillamente informarsi” sottolinea Pepe.
“Per questo motivo sono tutt’ora convinto che sarebbe stato più saggio per il Consiglio Regionale votare la risoluzione che prevedeva “solo di attendere la pronuncia della Corte” andando così incontro alle istanze che ci pervenivano dalle istituzioni, dalle associazioni, dal mondo dell’impresa e dalla politica teramana che chiedeva un intervento volto a sospendere la fusione”.
“Riguardo poi alle accuse mosse nei miei confronti dal Consigliere leghista che mi accusa di aver avallato, con la precedente Giunta, la scelta di fusione tra le due Camere di Commercio questi omette di dire come, all’epoca, quella delibera altro non fu che una presa d’atto della volontà delle due Camere di Commercio, volontà che oggi è mutata, come lui dovrebbe sapere, e per questo il Consiglio Regionale ne avrebbe dovuto tenere conto e appoggiare la mia risoluzione” conferma il Vice-Capogruppo Pd.
“Il Consigliere Tony Di Gianvittorio è stato improvvido nel cercare di giustificare la sua decisione sbagliata, che si è rimangiata tra l’altro la promessa fatta in III° Commissione di sostenere questa risoluzione in Consiglio, anche perché ora dovrà spiegare ai teramani il perché di questa scelta che va contro Teramo e la sua provincia. Una scelta che, come si legge dai giornali, non solo ha scatenato la reazione del Sindaco di Teramo e di tanti amministratori locali, anche della sua area politica, ma ha “sbugiardato” pure il Presidente della Provincia, suo Sindaco ed intimo amico, Diego Di Bonaventura, che fu tra i primi, lo scorso 24 maggio proprio in una conferenza stampa presso la Camera di Commercio di Teramo, a metterci la faccia in questa battaglia contro la fusione” conclude Pepe.
“Vorrei sapere che ne pensa il nostro Presidente della Provincia di questa scelta dei consiglieri teramani di centrodestra, credo sia giusto che lui che per primo ci mise la faccia in questa battaglia, faccia ora sentire il suo pensiero ai teramani ed al territorio. Per quanto concerne il Consigliere Di Gianvittorio ritengo abbia perso una buona occasione per tacere, come hanno fatto per altro i suoi colleghi, ora però, invece di attaccarsi a scuse ridicole ed a spiegazioni che non stanno in piedi, dica finalmente perché non ha sostenuto la mia risoluzione e se dietro questa scelta ci sono o meno ordini di scuderia o di partito”.