Tortoreto. E sei i voti per arrivare alla presidenza della Provincia fossero mancati proprio da Tortoreto, nel Comune che Domenico Piccioni governa da quasi sei anni?
Le valutazioni politiche, dopo l’esito in parte sorprendente dell’elezione alla guida della Provincia di Camillo D’Angelo, dopo sei giorni, sono state tante. E le più disparate. Dagli assetti politici, a volte anomali, e unioni d’intenti che alla prova dei fatti non hanno tenuti, il corollario di considerazioni è abbastanza composito.
Ma vista la differenza minima tra Camillo D’Angelo (sindaco di Valle Castellana) e Domenico Piccioni (Tortoreto) nel computo di preferenze e voti ponderati, il rammarico per il “perdente” è enorme. Rammarico che potrebbe miscelarsi ad amarezza perché negli ambienti politici, in questi giorni, si fa sempre più forte l’ipotesi che i voti mancanti (si parla di tre), potrebbero essere proprio quelli del Comune di Tortoreto. Addirittura in seno alla stessa maggioranza di centrodestra, rieletta con percentuali importanti nella tornata elettorale di primavera. Questo aneddoto, forse, non sarà mai chiarito perché di comuni compresi tra nella fascia rossa (con popolazione compresa tra i dieci e i 30mila abitanti), ne esistono otto: tutti quelli della fascia costiera e più Atri. Il risultato di D’Angelo sulla costa è stato di rilievo, però, a Piccioni qualche voto potrebbe essere scappato, proprio nel suo Comune. Stabilirlo non sarà semplice. In linea teorica avrebbe dovuto incassare 15 preferenze: l’intera maggioranza, più 3 della minoranza visti gli accordi con Azione e Pd. Mentre in consiglio siedono anche due rappresentanti della Lega, partito che aveva deciso di appoggiare Massimo Vagnoni.
Ma questo, probabilmente, non è accaduto e le voci che qualche franco tiratore possa esserci stato nella maggioranza, in queste ore, è forte. Valutazioni limitate in uno scenario complessivo, che nelle ore a ridosso del voto, sono bruscamente cambiate.
