Covid19, serve norma “salva commercio” nel prossimo decreto: lettera di Zennaro a Conte

“Ogni giorno di chiusura rappresenta una perdita pesantissima per il settore del commercio, che dalle prime stime ha avuto un calo del fatturato quasi del 30% su base annuale. Mi hanno scritto in tanti tra ristoratori, commercianti, estetiste e parrucchieri: uno dei problemi prioritari è rappresentato dalle spese relative ai canoni di locazione dei locali, che soprattutto in certe aree, incidono pesantemente sui costi fissi delle attività.” – dichiara il deputato Antonio Zennaro.

 

“Nei confronti del commercio e dei piccoli esercizi artigianali è mancato l’ascolto per programmare una maggiore e graduale pianificazione delle riaperture secondo i protocolli sanitari e nel rispetto dei criteri di sicurezza, magari anche su base regionale (essendo quasi l’80% dei contagi riferibile a regioni del nord Italia) alla pari degli altri comparti economici. Per questo, raccogliendo le istanze di molti, ho voluto scrivere direttamente a Conte per supportare un’azione “salva commercio” – continua Zennaro – “ In particolare l’inserimento nel prossimo decreto di una norma che consenta ai locatori ed ai proprietari di poter abbassare l’importo del canone o in qualche modo concordare una riduzione in maniera amichevole tra le parti, sia per il periodo di chiusura che per il periodo di ripartenza.

 

L’applicazione di questa norma salva commercio, con un meccanismo di compensazione, dovrebbe consentire ai proprietari di usufruire della cedolare secca al 10% per i negozi fino a 600mq, mentre per i locatori di avere una riduzione dell’affitto per i mesi di marzo, aprile e maggio, con un prolungamento almeno fino alla fine del 2021.” “Tanti non riapriranno se non vedranno subito misure come ristori a fondo perduto che consentano di bloccare l’emorragia e il tempismo con cui il Governo sarà in grado di agire può essere fondamentale.

 

Il lockdown fino al 3 maggio ha mandato in fumo il 30% dei consumi e lo slittamento al 18 maggio della riapertura degli esercizi commerciali e al primo giugno di quelli della ristorazione è stato stimato che porterà ad uno choc di 50 miliardi con il rischio chiusura di 50.000 tra bar, ristoranti, pizzerie, catene di ristorazione, catering, discoteche, pasticcerie, stabilimenti balneari e con la perdita di 300 mila posti di lavoro. Danni economici insostenibili, uno scenario che dobbiamo scongiurare in tutti i modi.” – Conclude il deputato.

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