Coronavirus, contagi anomali nella Val Fino: chiesta la zona rossa

“Chiudere immediatamente, senza alcuna ulteriore esitazione, l’area territoriale dei comuni della Vallata del Fino, confinanti con quella pescarese”. E’ tornato a dirlo senza mezzi termini, nel corso di una conferenza stampa, il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, quale presidente del Comitato ristretto dei sindaci della Asl di Teramo.

 

D’Alberto è tornato a farsi portavoce dell’esigenza dei colleghi di Castiglione Messer Raimondo, Montefino, Castilenti, Arsita e Bisenti, che già tre giorni fa avevano richiesto misure drastiche e totali di isolamento dal resto della regione. Alla base delle preoccupazioni c’è il dato, definito ‘anomalo’ rispetto al numero degli abitanti, di diffusione del contagio, con 4 casi di positività al virus (due a Castiglione, uno a Montefino e uno a Silvi) sui 9 totali della provincia di Teramo, più uno di un paziente ricoverato a Penne, ma della stessa zona.

 

I sindaci hanno scritto di nuovo al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, al prefetto di Teramo, Graziella Patrizi, e alle altre forze istituzionali, affinchè si provveda alla chiusura anche delle attività produttive della zona. “I primi cittadini – ha detto D’Alberto, che è anche presidente regionale dell’Anci – sono tutti d’accordo e hanno pronte le ordinanze per trasformare i loro territori in zone rosse, ma hanno bisogno dei presupposti sanitari: chiediamo pertanto alla Asl di fare chiarezza definitiva nella fotografia della situazione.

 

E’ la vera emergenza che il nostro territorio provinciale ha, cerchiamo di contenere, di interrompere il flusso di persone che si recano in questi territori per lavoro, creando ulteriore pericolo per il contagio”.

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