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Bando borghi, l’amarezza del Pd: “L’Abruzzo ha scelto un Castello, non Castelli”

“Pur nulla volendo togliere a Calascio, ormai riconosciuta icona della nostra regione, credo che l’esclusione di Castelli dai finanziamenti del bando Pnrr per la “rigenerazione dei borghi a rischio abbandono e abbandonati” sia stato un gravissimo errore”. Così la presidente del Pd Abruzzo Manola Di Pasquale.

“Quei 20 milioni di euro che andranno al Comune del famoso castello, infatti, sono frutto di una sorta di “lotteria”, che mortifica le aspirazioni di molte altre realtà locali, subordinando la concessione dei fondi ad una valutazione con ampi e forse eccessivi margini di discrezionalità. Una “lotteria” che in Abruzzo, con il plauso gioioso di tutta l’amministrazione Marsilio, premia un Comune di 133 abitanti, che avrà la possibilità di riqualificarsi sì, ma con il solo scopo di potenziare un’attrattività turistica che è già notevole, ma spegne le legittime aspirazioni di una realtà, come quella di Castelli, che vuole rinascere come fenice dalle sue ceneri”.

E ancora: “Venti milioni di euro, a Calascio, serviranno anche – come si intuisce dal progetto – per la creazione di “un albergo diffuso nei palazzi chiusi e semiabbandonati, un’area per il campeggio e la sosta dei cavalli lungo il percorso dell’ippovia”, mentre per Castelli sarebbero stati il seme di una vera e propri resurrezione artistica e culturale.
La rinascita del capoluogo della ceramica abruzzese, centro di creazione d’arte famoso da secoli, che ha visto cuocere e dipingere immortali capolavori oggi esposti nei più importanti musei del Mondo, infatti, non significa solo “migliorare le possibilità turistiche” di un borgo ma, proprio come pretende il bando europeo, “rigenerare un borgo”, facendone di nuovo il teatro della vita di una popolazione, con la nascita di una nuova generazione di artigiani, in grado di creare non solo cultura, ma lavoro, economia, turismo. Vita”.

“Quei 20 milioni di euro”, incalza Di Pasquale, “avrebbero permesso a Castelli, duramente provata dal terremoto, di non puntare solo ad una ricostruzione urbana fatta di luoghi, ma alla più importante ricostruzione di una identità locale, con il ripopolamento del borgo e delle botteghe, garantendo il futuro ad una tradizione che il mondo ci invidia. L’Abruzzo ha scelto un Castello, non Castelli. Sono felice per Calascio, ma mi resta la profondissima amarezza di aver perduto una grande occasione. Spero che la politica di questo governo regionale, adesso, si attivi per finanziare anche il progetto Castelli e che la manifestata volontà da parte della Regione non sia solo un mero annuncio teso, magari, solo tacitare le voci, forse non del tutto infondate, di presunte irregolarità nelle valutazione dei criteri di ammissione. La rinascita della nostra regione è anche questione di serietà”.

Il consigliere comunale di Castelli, Christian Francia, presenta invece un esposto a due procure, quelle di Pescara e L’Aquila, perché è “d’obbligo segnalare che prima faciele spese indicate dal Comune di Calascio e la sua stessa proposta progettuale NON SIANO AMMISSIBILI. La linea A del Bando Borghi è stata gestita dalle Regioni italiane su mandato del MiC, per cui gli Enti regionali sulla base delle linee guida diramate dal MiC stesso – hanno redatto ciascuna un proprio Avviso pubblico per scegliere il borgo cui attribuire l’importante contributo economico collegato con il ‘Progetto Pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica di un Borgo a rischio di abbandono e abbandonato’. I differenti bandi delle Regioni italiane sono stati redatti con articolati differenti, perseguendo le linee guida indicate dal MiC. Quindi non può sussistere dubbio alcuno che le spese possano concernere esclusivamente interventi e servizi diversi, ma solo se riguardino beni di PROPRIETÀ del patrimonio pubblicoIl Comune di Calascio, che è risultato aggiudicatario del finanziamento, nella delibera della Giunta comunale n. 1 del 04/02/2022, pubblicata sull’Albo Pretorio il 23/02/2022 (parimenti allegata alla presente), esplicitamente dichiara: “PRESO ATTO che questo Ente non ha la disponibilità di un immobile con le caratteristiche necessarie per partecipare all’avviso pubblico (…) ESPRIMERE apposito atto di indirizzo al Responsabile dell’Area Tecnica (…) perché ponga in essere tutte le azioni necessarie all’acquisizione della detenzione e/o del possesso di un immobileche abbia le migliori caratteristiche affinché questo Ente possa partecipare all’avviso pubblico entro la scadenza del termine”Successivamente, a un solo giorno dalla scadenza dell’avviso regionale (fissata per il 25/02/2022), con ulteriore Deliberazione n. 2 della Giunta comunale – datata 24/02/2022 – il Comune di Calascio aggiunge “DI DARE ATTO che con determinazione del 23/02/2022 avente oggetto: “PNRR Progetto pilota: Attrattività Borghi Regione Abruzzo – approvazione elenco immobili da acquistare per il progetto pilota” e con i relativi contratti di comodato d’uso gratuitosottoscritti tra gli attuali proprietari ed il Comune di Calascio, si sono resi disponibili gli immobili necessari al progetto; e di seguito: “DI DARE ATTO che le lettere di intenti di cui al punto precedente ed anche i contratti di comodato d’uso sono condizionati all’ammissione del Comune di Calascio al finanziamento della proposta progettuale presentata”Quindi, di fatto, il Comune di Calascio ha dichiarato di inserire nel progetto immobili di proprietà privata (di cui ugualmente si allega l’elenco dei proprietari, collegato alla delibera di giunta comunale), in chiara e inequivocabile violazione dell’articolo 9 del citato Avviso pubblico della Regione AbruzzoQuale che sia la natura dell’errore commesso dal Comune di Calascio, presumibilmente confusosi con altri bandi di altre Regioni italiane che sovente considerano l’ammissibilità delle spese su immobili anche se non di proprietà del Comune istante (con la clausola che vi sia la possibilità di utilizzo da parte del Comune proponente anche eventualmente con un contratto di comodato d’uso), non essendo prevista tale modalità nell’Avviso della Regione Abruzzo di che trattasi, non può che considerarsi inammissibile il progetto di CalascioSi chiede, pertanto, che venga scrutinato il progetto erroneamente risultato vincitore e contestualmente l’Avviso della Regione Abruzzo, al fine di constatarne la inevitabile inammissibilità“.