“Abbiamo letto questa mattina, con non poco sgomento, la notizia riportata dagli organi di stampa in merito all’indagine condotta dalle donne e uomini della Guardia di Finanza di Teramo che ha determinato l’autorità nazionale anticorruzione, ANAC, a contestare l’operato del Comune di Teramo a guida D’Alberto, per la violazione dei principi di economicità ed efficacia dell’agire della pubblica amministrazione”.
A dirlo Giovannibattista Quintiliani, coordinatore Futuro In.
“Il tutto in seguito all’accertamento di condotte che avrebbero favorito, nell’assegnazione di alcune opere pubbliche, sempre la stessa platea di imprese mortificando così la trasparenza e violando i più basilari principi del libero mercato, oltre che le linee guida dettate dalla stessa ANAC nell’applicazione del codice degli appalti. Se si trattasse di un gioco tra bambini dovremmo esclamare “TANA!”, ma, ahinoi, ci troviamo a commentare l’operato del Comune di Teramo, di quella giunta D’Alberto che per bocca dello stesso sindaco ha abusato della parola trasparenza; sindaco che non perde l’occasione, insieme al suo esercito del selfie, di ammantare il proprio scarso operato di un’aurea di superiorità morale, quasi che prima di lui non ci fosse stata politica a Teramo”.
E ancora: “La realtà, invece, è quella di una città ferma al palo, quantomeno per la ricostruzione e la programmazione delle grandi opere, che oggi, come mai, godono di finanziamenti pubblici; Teramo, suo malgrado, scopre che il poco fatto è stato realizzato in danno alla res pubblica. Gestione virtuosa, ordine amministrativo, tutti termini abusati dal sindaco D’Alberto, se, come è vero, in cinque anni di governo non è riuscito a proporre ed approvare un regolamento comunale per la miglior applicazione delle linee guida ANAC, come dalla stessa autorità contestato. Ricordo un D’Alberto barricadero oltre il buon senso che militava nelle fila dell’opposizione, un signor NO buono per ogni provvedimento proposto, ritrovo un sindaco che per giustificare il favor contestato dall’ANAC, ricorre alle infantili motivazioni per cui gli appalti sarebbero partiti da settori dell’amministrazione diversi che tra loro non comunicano oppure che il bonus 110 avrebbe impedito l’allargamento della platea delle imprese da invitare per gli appalti contestati dall’ANAC. Il sindaco e con lui la giunta si dovrebbero vergognare e chiedere scusa ai cittadini teramani per i rimproveri mossi dall’ANAC”.
E conclude: “Dove sono la programmazione, la trasparenza, la tanto sbandierata superiorità amministrativa, il cambiamento: nessuna amministrazione Teramana ha ricevuto rilievi così pesanti ed importanti dall’autorità anticorruzione, come è accaduto oggi a D’Alberto. E’ stata certificata dall’autorità nazionale anticorruzione la violazione dei principi di economicità, efficacia ed efficienza da parte sua sindaco D’Alberto e se è vero che le amministrazioni parlano per atti, la sua avrebbe fatto bene a stare in silenzio”.