Roseto. E’ tornato in Abruzzo il Premio Attila, che nel 2013 il WWF aveva assegnato al sindaco di Francavilla “nella speranza che non si ripeta più la distruzione dell’ambiente”.
Quest’anno, la valutazione dei danni arrecati al patrimonio storico, culturale, naturalistico e paesaggistico, è stata effettuata da Italia Nostra, sezione “Giorgio Bassani” di Atri, che ha il compito di vigilare ed accertare gli abusi nei territori amministrati dai Comuni di Atri, Pineto, Roseto A. e Silvi, e di contestarli e denunciarli nella società civile e sulla stampa.
Ed ecco le motivazioni dell’assegnazione del Premio Attila al Sindaco ed alla Giunta di Roseto:
P R E M E S S O C H E
— nel programma elettorale, il candidato sindaco Enio Pavone aveva inserito i seguenti progetti: a) recupero del territorio, del patrimonio storico-ambientale e del loro sviluppo secondo le linee di vocazione naturale e di compatibilità sostenibile; b) un nuovo piano di assetto (realmente) naturalistico che funga da volano per garantire lo sviluppo di un turismo verde degnamente rappresentativo della Regione dei Parchi, anche per le aree ricomprese nella Riserva Borsacchio;
— nella “Giornata Nazionale degli Alberi”, celebrata il 21 novembre 2011, Enio Pavone, eletto sindaco di Roseto, aveva precisato pubblicamente: “Il nostro compito è di educare i più piccoli alla difesa e alla tutela dell’ambiente. Questa ragione ci ha portato oggi a coinvolgere i piccoli delle Scuole elementari facendoli partecipare attivamente all’iniziativa”;
— nella Deliberazione n. 30 del 12.4.2012, la Giunta comunale di Roseto ha approvato il progetto dell’Unione Europea, denominato SUSTAIN, “per gestire lo sviluppo sostenibile del territorio, con particolare attenzione al tema dell’ambiente, dell’identità culturale, del turismo e delle acque”;
— nella Deliberazione n. 93 dell’8.8.2013, il Documento di Politica Ambientale è stato approvato dalla Giunta comunale, “consapevole delle notevoli bellezze naturali, patrimonio della città e dei cittadini, e determinata a perseguire una politica ambientale di tutela e valorizzazione dell’ambiente, oltre che la formazione di nuove coscienze ambientali, e quindi a promuovere in generale un nuovo civismo in tutte le sedi e i luoghi di aggregazione sociale”.
Alcuni episodi documentati che sono stati esaminati per l’assegnazione del Premio Attila 2014:
— negli anni 2012, 2013 e 2014, l’Amministrazione comunale di Roseto, rendendosi inadempiente alle leggi n. 113/1992 e n. 10/2013, non ha promosso e celebrato la “Giornata Nazionale degli Alberi”, istituita per valorizzare in Italia il patrimonio arboreo. Che oltre a raccontare la nostra storia, contrasta l’inquinamento e il dissesto idrogeologico, e previene i cambiamenti climatici;
— il Corpo Forestale di Roseto, benemerito nella prevenzione e repressione dei reati ambientali,
specie all’interno della Riserva naturale Borsacchio, è stato costretto a trasferirsi ad Alba Adriatica,
non avendo la Giunta comunale provveduto a mettere a disposizione una sede più idonea;
— l’Amministrazione rosetana non si è mai adoperata per evitare la fatiscenza dei beni pubblici (la Villa Clemente, il Pontile, il Campanile di Montepagano, gli Antichi Percorsi, ecc…) e non ha mai ripristinato le opere artistiche, rimosse e immagazzinate, degli scultori Luigi Celommi, Daniele Guerrieri e Roberto Macellaro;
— sulla devastazione del Parco di Villa Paris, e sulla demolizione della storica Villa, classificata arbitrariamente “vecchia residenza monofamiliare”, il sindaco di Roseto, anziché rispondere “alle numerose, puntuali e competenti argomentazioni della Sopraintendenza”, ha accusato la medesima di aver agito “in maniera pilatesca”.
Ha inoltre aggiunto che “tutto è stato fatto nel rispetto del PRG vigente e della L.R. n. 49/2012”, pur sapendo che il Piano Casa non poteva essere applicato nelle “Sottozone F2 – Verde Privato Vincolato”, riportate nelle tavole del PRG.
— per quanto riguarda il Piano Spiaggia, approvato il 5 giugno 2014, e decantato dal sindaco, Italia Nostra aveva presentato le sue Osservazioni “finalizzate a migliorare e a perseguire l’interesse collettivo e non gli interessi particolaristici”. Si suggeriva, inoltre, “una distribuzione delle spiagge libere in zone praticabili e in maniera diffusa ed omogenea”.
A seguito della bocciatura di tutte le Osservazioni, gli Organi d’informazione hanno poi fatto a gara nel pubblicare le foto delle spiagge libere distribuite allo sbocco dei fossi, con i bambini che sguazzavano nell’acqua stagnante e puzzolente, e di quelle fruibili sopra i massi, dove la balneazione è vietata per disposizione dell’Ufficio Marittimo.
Mentre, per quanto riguarda “gli interessi particolaristici”, ben 370 mt. delle mirabili spiagge di Roseto nord, sono state assegnate al latifondista della Riserva naturale Borsacchio, con Delibere della Giunta comunale n. 54 del 29.5.2014 e n. 57 del 10.6.2014;
— il 15 dicembre 2011, il sindaco Pavone ha fatto approvare, dalla maggioranza del Consiglio comunale, la riperimetrazione della Riserva naturale Borsacchio, e con la successiva Delibera n. 53 del 1° ottobre 2012, la gestione è stata affidata alla Giunta comunale.
E siccome la Riserva veniva pubblicizzata dalla Regione Abruzzo come “un giardino fiorito da scoprire lentamente, ultimo baluardo di natura incontaminata in grado di resistere al triste fenomeno dell’avanzata incontrollata e scellerata del cemento”, la strategia della riperimetrazione era finalizzata alla devastazione di quell’ultimo baluardo.
Lo scopo è stato raggiunto, e grazie a Pavone & Co., ed alla mancata bonifica dell’ex discarica di Coste Lanciano, l’area protetta del Borsacchio continua ad essere invasa dal pattume;
— sulla petrolizzazione di Roseto, la Giunta comunale “ha espresso soddisfazione“ quando il Comitato regionale di VIA ha dato il nulla osta all’istanza Villa Mazzarosa, per le ricerche di idrocarburi in un’area di 13,4 Kmq., da Cologna fino al Vomano e dalla battigia alla collina.
Ed ha volutamente ignorato l’istanza Corropoli, che interessa il territorio da Cologna fino al Tordino, e le istanze marine, che coprono l’intero spazio antistante la costa rosetana.
Per contrastare la deriva petrolifera, le altre Amministrazioni hanno fatto fronte comune con le Associazioni ambientaliste, ed hanno partecipato a convegni, petizioni, incontri-dibattiti, ecc…, che hanno allertato i cittadini e coinvolto parlamentari ed Istituzioni.
Nella storica manifestazione del 13 aprile 2013 a Pescara, più di 25.000 cittadini hanno marciato compatti dietro i gonfaloni comunali per dire No alle Trivelle, che darebbero un colpo mortale al turismo, all’agricoltura, alla pesca e alle altre attività correlate.
C’erano tanti rosetani, ma erano assenti ingiustificati gli amministratori e il gonfalone di Roseto.