Giulianova. Era l’ottobre del 2012 quando il Sindaco Mastromauro annunciava l’adozione del Piano Comunale di Emergenza previsto dalla Legge n. 100 del 12/07/2012.
E l’Associazione Gente in Comune ricorda le parole del sindaco: “Abbiamo finalmente uno strumento aggiornato per definire gli eventi calamitosi che potrebbero interessare il nostro territorio, e che in effetti si sono verificati nel recentissimo passato, per prevedere gli scenari possibili ed organizzare quindi le procedure operative per una pronta, coordinata ed efficace risposta. Il Piano, infatti, permette di pianificare le azioni preventive organizzando, nel migliore dei modi, l’assistenza immediata alla popolazione colpita. In sostanza è un vero e proprio supporto operativo al quale il Sindaco si riferisce per gestire l’emergenza dovuta ad un evento calamitoso col massimo livello di efficacia”.
Gli faceva eco il vicesindaco Filipponi: “Per l’approntamento del Piano si è proceduto all’analisi delle caratteristiche del territorio comunale e dei rischi naturali o derivanti dalle attività antropiche, individuando quindi le disponibilità di personale e mezzi nell’ambito comunale stesso, assegnando i compiti e definendo le procedure di intervento in caso di emergenza”.
Nel Piano Comunale di Emergenza sarebbero state previste 14 aree di attesa, luoghi nei quali deve essere garantita la massima assistenza alla popolazione immediatamente dopo l’evento calamitoso, oppure successivamente alla segnalazione della fase di preallarme, individuate nelle seguenti zone: Campo delle Fiere, Piazza Bellini, Piazza Buozzi, Ruetta Scarafoni (dietro Ospedale), Piazza nella parte posteriore della scuola di Colleranesco, Piazza della Trinità–Chiesa a Case di Trento, Parco Annunziata (Viale dei cedri), Piazza Roma, Piazza Dalla Chiesa, Piazza Dalmazia, Piazza Fosse Ardeatine, Parco Vuillermin-Parco degli Eucalipti, Piazza di Villa Pozzoni e parcheggio di Via Ripoli. A queste si aggiungevano 5 aree di accoglienza, in grado di accogliere ed assistere la popolazione allontanata dalle proprie abitazioni, ubicate rispettivamente nella Pista di atletica in Zona Orti, nel Campo sportivo Castrum, nel Campo sportivo dell’Istituto Gualandi, nel Parco Chico Mendez e nel parcheggio di Via Ippodromo.
Lo Stadio Fadini era stato invece stato individuato quale area di ammassamento, deputata cioè a raccogliere uomini e mezzi necessari alle operazioni di soccorso alla popolazione. Cuore pulsante del sistema di intervento avrebbe dovuto essere il C.O.C., Centro Operativo Comunale, ubicato nella nuova e moderna sede della nostra Polizia Municipale.
L’associazione Gente in Comune sottolinea che “di tale piano, fondamentale per la sicurezza della città in caso di eventi calamitosi, nulla più si è saputo. Niente si trova sul sito web istituzionale del Comune, nessuna azione di informazione e sensibilizzazione della popolazione sui contenuti del piano è stata portata avanti, nessun cartello che individui le aree di attesa, accoglienza e ammassamento, né indicazioni operative distribuite alla popolazione in caso di emergenza. E del famoso Centro Operativo Comunale, che doveva essere istituito presso la sede della Polizia Municipale, non si conoscono funzioni, numero personale addetto e risorse”.
Gente in Comune, quindi, chiede “l’immediata attivazione del Piano, con l’individuazione, tramite apposita segnaletica, delle aree di attesa, accoglienza e ammassamento, previo attrezzamento delle stesse, e una campagna informativa della popolazione, anche a mezzo di appositi incontri dove spiegare le modalità di attuazione del piano in caso di evento calamitoso. Chiede, inoltre, la pubblicazione sul sito web del Comune dell’intero piano in modo che lo stesso risulti subito operativo”.
“E’ incredibile come il Comune di Giulianova risulti, sul sito della Protezione Civile regionale, come uno dei Comuni dotati di Piano Comunale di Emergenza, e poi i cittadini, che dovrebbero esserne i primi destinatari, ne siano totalmente all’oscuro e, addirittura, non si riesca a reperire tale piano neppure sul sito web del Comune. Chiediamo quindi – conclude l’associazione – l’immediata pubblicazione del piano e l’attuazione delle misure sul territorio necessaria per la sua piena operatività”.