L’ospedale San Liberatore di Atri garantirà quaranta posti Covid non in terapia intensiva in una parte dell’ala vecchia (ala est) del presidio ospedaliero, che sarà separata dall’altra ala con percorsi distinti. In buona sostanza, anche se solo per una parte, il nosocomio atriano tornerà ad ospitare pazienti Covid, visti i numeri della seconda ondata dell’emergenza sanitaria.
I consiglieri comunali Paolo Basilico di Abruzzo Civico Atri e Giammarco Marcone di Atri Civica. “Una scelta insopportabile, gravissima e senza senso che, soltanto per ragioni geopolitiche, tiene ancora una volta indenni, completamente indenni, gli altri presidi ospedalieri della Provincia, in particolare quello di Giulianova, che, nemmeno lontanamente, hanno i numeri di prestazioni e di servizi, che offre il nostro Ospedale, né commisurabile bacino di utenza. Sarà il caso di approfondire, con chi ne capisce più di noi, tutti, proprio tutti, gli aspetti di questa situazione, perché non se ne può più di queste angherie. Non si tratta di campanilismo, come qualche buontempone presto dirà, ma di buon senso e di rispetto. Dunque il nostro Ospedale, il suo valoroso personale – preso pure per i fondelli da chi dice beffardamente “siete stati bravi, potete farlo ancora e, se fate i buoni e state zitti, vi rimandiamo pure in televisione”- la comunità di Atri e tutto il territorio di riferimento, ne avranno rinnovato, pesante ed irragionevole pregiudizio. L’amarissima pillola, per non parlare di altri medicamenti, viene indorata dall’assicurazione che il reparto Covid sarebbe ospitato in una zona isolata, una specie di “fortezza” dice qualche burlone, mentre tutti sanno che nulla di nulla è stato fatto in questi mesi di calma relativa, per separare davvero i due corpi in maniera efficiente e sicura e sarebbe davvero interessante capire se i fondi per l’incombente erano stati stanziati, se sono stati spesi e come sono stati spesi. In ogni caso il marchio Covid resta indelebile, come stiamo constatando adesso, con buona pace delle assicurazioni fornite da chi governa la sanità regionale e locale e viene a pascolare politicamente in Atri, riempiendoci di sciocchezze insieme ai loro epigoni locali e pugnalandoci alle spalle alla prima occasione per preservare Giulianova. Questa volta non si può tacere e non si può dimenticare. A proposito la Lega di Atri che fine ha fatto? Il Sindaco di Atri in tutto questo? Chiamato in causa da un nostro allarme, prima ha abbaiato alla luna dicendosi contrario e condividendo le preoccupazioni e le ragioni di tutti, salvo poi, senza coinvolgere il Consiglio Comunale, approvare la scelta in pieno, cercando di giustificarsi in maniera patetica, arrampicandosi sugli specchi, abdicando al suo ruolo di eletto e non di nominato, convinto che gli atriani e il personale dell’Ospedale, cui deve rispondere, portino tutti l’anello al naso. Delle due l’una: o è politicamente connivente con chi ha imposto questa opzione, cioé la lunga mano del Direttore Generale (Lega/Fratelli d’Italia/Forza Italia e compagnia cantando) oppure è politicamente incapace di far valere le ragioni di Atri. E’ davvero difficile dire cosa sia peggio. In un caso e nell’altro si faccia da parte e si dimetta. Da parte nostra faremo di tutto perché questa tragica presa in giro non sia dimenticata. Liberateci da questi incompetenti e incoscienti”.
Partito Democratico Atri. “Ci siamo sgolati ad affermare che si doveva preparare in tempo un piccolo Covid Hospital nella parte vecchia dell’Ospedale S. Liberatore per salvare le normali prestazioni sanitarie. Abbiamo lavorato per avere sulla nostra proposta la massima unità tra le forze politiche e ci siamo riusciti con un Consiglio Comunale che ha votato all’unanimità un documento importante in tal senso. Intanto Il Sindaco Ferretti “lavorava” affinché il nostro Ospedale non facesse parte del Piano Pandemico della Regione, escludendoci così anche dagli appositi finanziamenti e dalla necessaria preparazione per la seconda fase dell’epidemia. A nulla sono valsi i nostri richiami e ultimamente ci ha annunciato vittoriosamente e nella sua saggezza, che il presidente della Regione Marsilio aveva telefonato per scongiurare ciò. Ma guarda il destino cinico e baro! Come da noi previsto, ora non basta trasferire a Pescara i pazienti Covid, occorre immediatamente un presidio Covid provinciale “di appoggio a Teramo” ed ecco che si pensa alla “Fortezza Atri”. Che geniacci, che teste! Come sopravvivremo a questi amministratori? L’altra sera avevano già deciso, tanto che abbiamo ascoltato il balbettio del Direttore Generale della ASL di Teramo Di Giosia intervistato dal TG Abruzzo; che Dio ce ne scampi e liberi da tali “manager”! Dunque, la verità non si dice e i cittadini vengono trattati come bimbi a cui bisogna solo raccontare la buona novella, mentre la destra pensa solo a sbranarsi per gli incarichi. Avete perso tempo! Queste cose dovevano essere fatte mesi fa! Ora la corsa alla emergenza mentre altri hanno incassato. Dopo tali premesse, noi che rappresentiamo una forza politica responsabile, non ci sottraiamo al dovere di collaborare in questo momento di grande apprensione delle famiglie, delle forze produttive atriane e vigileremo affinché l’Ospedale S. Liberatore, continui a svolgere i suoi compiti normalmente, anzi accelerando gli adeguamenti necessari”.