Nei giorni scorsi, infatti, si è tenuta un’assemblea del partito, alla presenza anche del segretario provinciale Gabriele Minosse.
Gli esponenti “storici” della sinistra corropolese, come si autodefiniscono, bollano in maniera non soddisfacente lo svolgimento e l’esito della discussione, che non avrebbe poi contribuito a chiarire tutte le criticità emerse durante il percorso elettorale, culminato poi con un misero 9% raccolto dalla luista guidata da Luigia Fabiano, che tra le altre cose è anche segretario del Pd.
“Il dato avrebbe dovuto imporre uno studio e un’analisi molto seria, attenta, approfondita rispetto ad una situazione di fragilità e precarietà di una opposizione”, si legge in una nota, ” che non riesce ad esprimersi”.
Nel corso dell’assemblea si sono succeduti vari interventi, dal segretario Fabiano, ad altri esponenti del partito nel corso della quale il presidente dell’assemblea, Sandra Parisani, ha anche letto un documento politico in 4 punti da perseguire in ottica futura.
Anche l’intervento di Minosse, secondo gli estensori del documento, non ha contributo nel creare le premesse per una ricompisizione delle fratture in seno allo stesso partito, visto che ancora aleggiano critiche sulle posizioni assunte in consiglio comunale della Fabiano, che aveva speso parole al vetriolo nei confronti del precedente gruppo di minoranza.
“Tutti gli altri errori e scorrettezze emersi durante e dopo lo svolgimento della campagna elettorale”, si legge ancora, “con le conseguenti fratture e divisioni sono state in sostanza non prese in considerazione.
Perciò gli esponenti della sinistra storica locale , specie quelli che più si sono spesi, in modo assoluto e collaborativo a favore della lista “Corropoli Democratica” non giudicano risolutiva e soddisfacente la riunione svolta ai fini di una ricomposizione della unità del circolo, ma si dicono oltremodo delusi e rammaricati”.