Scompare così il Consiglio Provinciale, di cui tutti i poteri verranno assunti dal presidente Valter Catarra. Da oggi il presidente assume i poteri del Consiglio e si prepara a gestire la fase transitoria che, entro dicembre, dovrà portare all’elezione di secondo livello fra i Sindaci e loro delegati che poi, sceglieranno il nuovo Presidente. Valter Catarra rimane in carica, come i suoi assessori, svolgendo le funzioni a titolo gratuito. “Quello che mi rammarica è che la mia presenza e quella degli assessori non potrà essere né costante né efficace quanto questa delicata fase imporrebbe, visto che dovremo tornare alle nostre occupazioni – ha sottolineato il presidente – Abbiamo avuto il privilegio di amministrare nel periodo probabilmente più difficile dal dopoguerra – ha detto ancora Catarra – la peggiore difficoltà è stata la delegittimazione, non solo degli eletti ma anche della struttura, delle funzioni, dei dipendenti: lavorare senza un orizzonte. Ci hanno lasciato morire per asfissia e il rimpianto più grande è per quelle strade dissestate che non possiamo riparare per mancanza di fondi e a quelle scuole che avrebbero meritato ben altra attenzione. E che tutto questo non sia utile al Paese è chiaro sin da oggi: nessuno sa bene cosa dobbiamo fare da domani, quali funzioni e come esercitarle, con quali poteri e quali limiti”.
Cabinovia ancora chiusa. Con l’ultima delibera approvata, si prende atto che il finanziamento ottenuto con i Fas, 11 milioni e 400 mila euro, non sono sufficienti a coprire le spese effettivamente sostenute e che l’ulteriore somma a carico della Provincia – così come previsto dall’art 8 della prima convenzione approvata nel 2008 – 3 milioni di euro, vengano compensati con il canone di concessione annuale di 200 mila euro che la Gran Sasso dovrebbe pagare.
“Con questo provvedimento mettiamo in sicurezza la società e l’operazione voluta fortemente in maniera bipartisan da questo stesso Consiglio, sei anni fa, su iniziativa della Giunta Ruffini – ha dichiarato il presidente Catarra – un atto di responsabilità che, ancora una volta, la Provincia si assume per superare i molti ostacoli amministrativi e finanziari che questo progetto ha incontrato. La cabinovia è un patrimonio di tutto il territorio, una risorsa per il turismo e le aree montane. Ora che sono anche arrivati i soldi del Fas, sarebbe paradossale se l’attività venisse ostacolata da ulteriori problemi burocratici. Mi auguro che anche altri enti, il Comune di Pietracamela e l’Autorità separata per gli usi civici, mostrino lo stesso senso di responsabilità che ha avuto il Consiglio”. Il riferimento del Presidente è alla vicenda insorta nelle ultime ore in seguito alla richiesta da parte dell’amministrazione separata di un canone annuo dei terreni di 78 mila euro. Un cifra ritenuta fuori mercato dalla Gran Sasso Teramano e comunque non sostenibile economicamente. La cabinovia, comunque, rimane al momento chiusa, ad un passo dall’apertura della stagione estiva.
Da parte della minoranza, che si è astenuta – ma ha votato contro il consigliere Ugo Nori – sono state esplicitate “perplessità sull’iter amministrativo” come specificato dal capogruppo Pd, Renzo Di Sabatino: “Nessun contrasto sulla decisione che condividiamo totalmente. E’ l’atto amministrativo e il suo iter che suscita delle perplessità, perplessità che non vengono completamente superate dal parere legale perché dalla convenzione iniziale a quella di oggi sono intervenute numerose modifiche legislative sulle società partecipate e questo avrebbe consigliato un’ampia relazione da allegare all’atto”.