Brucchi: “I miei sfidanti fanno a gara a chi la spara più grossa”

brucchiTeramo. E venne il turno di Maurizio Brucchi. Il primo cittadino di Teramo risponde Graziella Cordone e Manola Di Pasquale, sue sfidanti nella corsa alla riconferma che ieri hanno rispettivamente preso le parti della Polizia Municipale nella querelle contro il Comune e (la Di Pasquale) piazzato un altro affondo sulla Team.

“In questi giorni alcuni dei candidati sindaci – afferma Brucchi – nel cercare affannosamente di accreditarsi agli occhi dei cittadini teramani, fanno a gara a chi la spara più grossa, riuscendo solo a dimostrare scarsa conoscenza della macchina amministrativa, e soprattutto tanta incompetenza. Viene da sorridere nel leggere che c’è chi, nel tentativo di accattivarsi le simpatie del corpo dei vigili urbani, con un populismo imbarazzante fa riferimento a norme contrattuali che nulla hanno a che vedere con la questione in essere. Nel tranquillizzare la candidata, informandola che la questione è già risolta grazie al sottoscritto ed al Comandante Zaina, in attesa del parere del Mef, la invito a trovare argomenti più attuali per la sua campagna elettorale”. E riferito a Manola Di Pasquale: “C’è poi chi prova a dare i numeri al Lotto (che consiglio di giocarsi, augurando migliore fortuna) parlando di cifre che non conosce e che soprattutto non esistono, con l’aggravante che ha frequentato per ben cinque anni i banchi del Consiglio Comunale. E per non lasciare nulla al caso, mi preme precisare che il piano di rientro esiste ed è stato rispettato: la gara è stata avviata e soprattutto la commessa, che non è una ragazza che lavora al centro commerciale, scade nell’aprile 2015 e non del 2014. Approssimativa. Sono cinque anni che la Team e’ nel suo mirino e non perde occasione per confermarlo”.

La vera notizia nelle varie querelle pre-elettorali è che, secondo quanto afferma il primo cittadino, sarebbe appunto risolta la questione che riguardava i festivi infrasettimanali della Municipale che, stando così le cose, dovrebbe dunque far rientrare la minaccia di sciopero.

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