“Prescindendo, in questa sede, dal giudizio sull’opportunità o meno di una variante ad un P.R.G. Approvato – precisa Gente in Comune – solo da un paio di anni, non conoscendo la natura e l’entità dell’intervento, e sulla necessità di eliminare aree destinate a standard urbanistici, in particolar modo parcheggi, in un contesto urbano dove, soprattutto d’estate, la carenza di posti auto pubblici è nota, l’associazione deve stigmatizzare come tali scelte vengano portate all’esame di uno degli ultimi, se non l’ultimo, Consiglio Comunale prima delle prossime elezioni, senza che la cittadinanza sia stata minimamente coinvolta nelle scelte che investono il nostro territorio. Il Comune di Giulianova, che tanto si vanta di aver iniziato un’esperienza di democrazia partecipativa che, a detta dei promotori, tutta la Regione, ed oltre, ci invidia, disattende platealmente quanto previsto dal “Regolamento per la partecipazione popolare, ai sensi dell’art. 7, D.Lgs 267/2000, e dell’art. 10 dello Statuto comunale”, che, all’art. 21, prevede che i quartieri possano esprimere pareri su varianti urbanistiche, convenzioni urbanistiche, ecc”.
Secondo l’associazione “Giulianova, purtroppo, la partecipazione democratica avanza a due velocità: rapidissima quando si tratta di fare proclami e convegni, lentissima, se non immobile, quando si tratta di dare il supporto minimo ai comitati affinché svolgano, in piena libertà, la propria funzione. Un’ulteriore occasione persa di coinvolgimento dei cittadini in scelte fondamentali per la città, soprattutto nei casi in questione che, pur non conoscendo nei dettagli, e non potendo giudicare nell’opportunità e nell’utilità, riguardano un immobile vicinissimo ad una testimonianza storica della città (l’ex confettificio Orsini), in un contesto paesaggistico delicato, e un bene pubblico che, forse, sarebbe più utile far rimanere nella disponibilità di tutti”.
Gente in Comune si aspetta “che i ‘fautori della democrazia’, che tanto spesso leggiamo sulle cronache locali, e i consiglieri tutti, vogliano riflettere sull’opportunità della discussione di un ordine del giorno su argomenti che, per la loro importanza e le probabili ricadute sul territorio, meriterebbero un maggiore coinvolgimento dei cittadini e delle forze sociali della città”.