Roseto. Il sindaco Pavone risponde alla Cna provinciale sull’Imu e sulla questione delle aree artigianali attigue all’autoporto.
“Il passaggio dal 7,6 al 10,6 per mille dell’Imu su seconde case e attività produttive è stata una scelta obbligata – spiega il primo cittadino – per fronteggiare l’espropriazione attuata dallo Stato centrale che ha sottratto al Comune di Roseto 1 milione e 800mila euro. Questo ha determinato un ammanco per le casse comunali di pari valore, di cui abbiamo saputo ai primi di novembre dagli uffici, e che abbiamo dovuto sanare per chiudere il bilancio di previsione entro il mese. Ribadisco che tengo sempre fede agli impegni assunti, per quanto dipende dalle mie possibilità. In questo caso non si poteva fare diversamente, tra l’altro c’è da dire che finora a Roseto avevamo mantenuto l’aliquota Imu alla soglia minima prevista dalla legge del 7,6 per mille, mentre altri Comuni avevano deliberato già l’aumento tra i mesi di giugno e luglio”.
Il sindaco interviene anche sulla vicenda degli indennizzi ai proprietari dei terreni espropriati per la realizzazione dell’area artigianale nelle vicinanze del casello autostradale. “Si tratta di un situazione – prosegue Pavone – che i dirigenti della Cna provinciale conoscono benissimo, determinata da un annoso contenzioso che si è risolto con sentenze della magistratura che hanno dato ragione ai due proprietari espropriati dei terreni. La nostra amministrazione sta facendo tutto il possibile per salvaguardare gli imprenditori locali ed ha intrapreso sia la strada del ricorso in Cassazione, di cui stiamo attendendo gli esiti, che il tentativo di perequazione urbanistica, proponendo ossia ai privati una compensazione totale o parziale dell’importo dovuto attraverso una variante urbanistica. In tal senso abbiamo presentato la nostra proposta alle controparti, anche se il tentativo avrebbe sicuramente avuto maggiori possibilità di successo, come anche la Cna converrà, se fosse stato esperito prima che intervenissero i pronunciamenti della magistratura”.