Teramo, arretramento stazione ferroviaria: ‘l’ultimo scempio’

stazione_teramoTeramo. Uno “scempio”. Così Idv, Teramo 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Italia Nostra e Teramo Nostra definiscono il nuovo progetto dell’amministrazione Brucchi, relativo all’arretramento della stazione ferroviaria, ufficialmente noto come progetto Pegasus.

Le critiche delle associazioni puntano anzitutto sulla esclusione della collettività, senza considerare gli aspetti tecnici.

“Il famigerato tronco morto” spiegano “che ha penalizzato per circa 40 anni il nostro capoluogo e l’intero comprensorio montano (ricordiamo che la linea ferroviaria doveva proseguire per L’Aquila-Roma), viene ulteriormente amputato, precludendo qualunque prospettiva di potenziamento futuro. Il progetto di riduzione oggettiva stride, in ogni caso, con l’eccezionale incremento dell’utenza registrato negli ultimi anni, nonostante le carenze attuali: tempi di percorrenza (una bretella di 250 metri permetterebbe la riduzione di 15 minuti di tempo sulle linee dirette PE, eliminando la sosta tecnica di Giulianova), mancanza di corse direzione Nord, convogli più capienti, informazioni date in forma di volontariato, servizi igienici e rifacimento dopo anni di proteste. La cifra finanziata per l’opera di arretramento dovrebbe essere destinata alle opere di cui sopra, così che si possa avere un ulteriore miglioramento per l’utenza e, di conseguenza, un suo esponenziale aumento. Riteniamo pertanto che questa importante decisione per il futuro della città venga innanzitutto proposta ai cittadini, non estraniandoli. Questa Amministrazione dovrebbe guardare agli interessi della collettività e non a quelli parziali derivanti dai terreni di risulta. Il piazzale, tanto reclamizzato, che migliorerebbe l’aspetto urbanistico della zona, può essere realizzato nella vicina zona ex industriale (Villeroy – Adone), molto più ampia delle poche decine di metri derivanti dall’eventuale dismissione dei binari, che porterebbe invece a danni enormi (prolungamento e numero di carrozze). Le voci ricorrenti di una minuscola parte dei cittadini che definiscono barriera ferroviaria l’impossibilità di collegare i due quartieri limitrofi Gammarano-Viale Crispi, nel tratto in cui i binari raggiungono la stazione centrale, non è assolutamente un problema, come non lo è per centinaia di altre città. Un semplice sottopasso pedonale risolverebbe il problema”.

I firmatari, dunque, nelle persone di Paolo D’Incecco (Idv), Cristiano Di Domenicantonio (Teramo 5 Stelle), Mario Ferzetti (Rifondazione Comunista), Hector Cavone (Italia Nostra) e Piero Chiarini (Teramo Nostra), chiedono di bloccare il progetto e di essere coinvolti in qualsiasi scelta prospettata e da prospettare per il futuro di quell’area.

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