Mosciano. La vicenda della lavoratrice dell’asilo nido di Mosciano ha trovato una prima, definitiva, soluzione: il Tribunale di Teramo ha riconosciuto la illegittimità del trasferimento disposto dalla cooperativa Koinema della lavoratrice dalla sede di Mosciano a S. Benedetto.
Servizio che erastato esternalizzato. Lo fece attraverso un bando di gara che fu vinto dalla cooperativa Koinema.Nel capitolato prestazionale e nel contratto di servizio furono previste clausole che obbligavano l’aggiudicatario a riassumere presso la sede dell’asilo nido di Mosciano tutto il personale già impegnato nel servizio.Clausole che, secondo il giudice di Teramo, le parti hanno previsto considerandole “condizioni risolutive del contratto di affidamento del servizio per una causa imputabile alla concessionaria”.Dall’Ordinanza emergono, dunque, con chiarezza tre punti:il comune di Mosciano avrebbe dovuto operare una attività di vigilanza e di controllo per verificare la corretta esecuzione degli obblighi contrattuali da parte di Koinema;Koinema è risultata essere inadempiente rispetto ad un obbligo contrattuale che ha natura di “condizione risolutiva del contratto”;il comune di Mosciano, a fronte del conclamato inadempimento contrattuale di Koinema, avrebbe dovuto risolvere il contratto per causa imputabile alla cooperativa medesima.”Da sempre il comune”, spiegano Antonio Macera, segretario regionale del Pdci ed Emilia Di Matteo, consigliere comunale”, si è considerato estraneo alle vicende legate alla esecuzione del contratto, e, sostanzialmente, estraneo alle modalità con cui Koinema ha voluto gestire l’Asilo Nido. Ha rivendicato una estraneità che, tuttavia, non poteva avere. Avrebbe dovuto svolgere, invece, una incessante azione di controllo per assicurare che alla comunità dei cittadini di Mosciano venisse garantito un servizio di qualità, all’altezza delle aspettative delle famiglie moscianesi e nel rispetto della legalità contrattuale.Non solo l’Amministrazione di Mosciano non ha svolto alcuna funzione di vigilanza, ma ha voluto, di contro, manifestare la propria vicinanza alla cooperativa Koinema. Con una ostinazione incomprensibile con le consuete categorie della logica, il comune di Mosciano ha preso le distanze dalla lavoratrice, ha preso le distanze dal servizio di Asilo Nido, disinteressandosi delle modalità con cui veniva svolto, ed ha manifestato vicinanza e sostegno alla concessionaria, che, sembrerebbe un paradosso, veniva meno ai suoi obblighi contrattuali.La verità è che questa triste storia dimostra ancora una volta come questa Amministrazione sia venuta meno ai suoi doveri verso la propria comunità amministrata.Abbia ignorato le legittime rivendicazione di una lavoratrice, costretta a ricorrere alla Magistratura per veder riconosciuto un diritto che avrebbe dovuto essere difeso in primo luogo dall’amministrazione comunale.Questo Sindaco, questa Giunta, adempiendo, certo con enorme ritardo e dopo molta sofferenza di alcuni protagonisti, a quanto contenuto nell’Ordinanza del Tribunale di Teramo, riconoscano finalmente la violazione posta in essere dalla cooperativa ad una condizione contrattuale e voluta dalla stessa Amministrazione comunale, e risolva il contratto attribuendo i danni della risoluzione alla concessionaria. Restituisca a Mosciano un servizio di Asilo Nido degno di questo nome, gestito secondo le regole che lo stesso Comune ha voluto formalmente prescrivere”.