Atri. “Silenzio e menefreghismo”. Due “reazioni” di fronte alle quali il segretario comunale de La Destra Atri, Roberto Marchione, torna a puntare il dito contro l’assessore Dino Centorame. Al centro della discussione, presunte illegittimità in Consiglio Comunale.
LA NOTA DE LA DESTRA ATRI. Tempo fa abbiamo chiesto lumi all’Assessore Dino Centorame riguardo a un suo voto espresso in una Delibera di Giunta, in cui c’era interesse economico personale di alcuni suoi parenti entro il quarto grado, quindi secondo noi illegittimo; unica risposta dell’Assessore Centorame è stata: ‘Le persone interessate dalla transazione sono effettivamente miei parenti, ma non so se il grado di parentela possa condizionare la validità della delibera. Ho chiesto un approfondimento al segretario comunale. Di certo l’accordo comporta evidenti vantaggi economici per il Comune e dunque per la collettività’. A parte il non aver ancora capito né ricevuto risposta su quale fosse l’enorme vantaggio per il Comune, riteniamo perlomeno paradossale che un Assessore al Bilancio non riesca a fare due facili conti riguardo al grado di parentela, chissà quali immani difficoltà potrebbe trovare nel calcolare le somme che secondo noi, analizzando i Regolamenti, avrebbe irregolarmente percepito nello svolgere le funzioni di Capogruppo Consiliare. Nell’ottobre del 2009, in seguito alla sua estromissione dal nostro partito per comportamenti non consoni ai nostri ideali e modi di fare politica, diffidammo l’Assessore Centorame dal continuare a rivestire il ruolo di capogruppo de La Destra in Consiglio Comunale e, di conseguenza, lo stesso si schierò come Consigliere Indipendente; da allora, l’Assessore Centorame, come risulta tra le altre dalle Delibere di Consiglio Comunale numeri 25 e 50 del 2012 che elencano i vari Gruppi e Capigruppo Consiliari, ricopre il ruolo di Capogruppo “Indipendente” come unico membro del Gruppo, e quindi in base a questo farebbe di conseguenza parte di tutte le Commissioni Consiliari, permanenti e provvisorie. Il problema è che, secondo il Regolamento, nella sua situazione non potrebbe costituire un Gruppo Consiliare, e potrebbe quindi aver percepito in questi 3 anni e mezzo gettoni di presenza e benefits che in realtà non gli sarebbero spettati, oltre naturalmente ad aver in parte inficiato l’operato delle Conferenze dei Capigruppo e delle Commissioni con la sua presenza non regolamentare; infatti, il Regolamento del Consiglio Comunale, nella sezione dedicata ai Gruppi Consiliari, all’articolo 7 comma 8 recita : ‘Il Consigliere che si distacca dal gruppo in cui è stato eletto e non aderisce ad altri Gruppi Politici non acquisisce le prerogative spettanti ad un gruppo consiliare. Qualora più Consiglieri vengano a trovarsi nella predetta condizione, essi costituiscono un gruppo misto che elegge all’interno il capogruppo’. E, nella sezione dedicata alla Commissioni Consiliari, all’articolo 9 comma 2 recita : ‘Le Commissioni consultive sono costituite da Consiglieri Comunali che rappresentano, con criterio proporzionale, complessivamente tutti i Gruppi…’. Da questi due articoli del Regolamento si evince quindi che, se non si rappresenta ufficialmente un Partito, Movimento o Lista Civica ma si è semplicemente Consiglieri Indipendenti come lo è l’Assessore Centorame, non si può formare un Gruppo se si è da soli ma bisogna essere almeno in due e inoltre, delle Commissioni, fanno parte solo i Consiglieri che rappresentano dei Gruppi; pertanto l’Assessore Dino Centorame, secondo Regolamento, non avrebbe potuto essere un Capogruppo e partecipare alle Commissioni in quanto semplicemente non poteva formare un Gruppo. Nella nostra infinita bontà vogliamo provare a credere che si tratti solo di un errore di interpretazione del Regolamento da parte dell’Assessore Centorame, pertanto lo invitiamo a verificare tutto ciò di eventualmente indebitamente percepito e usufruito e restituirlo alle casse comunali entro sabato, cioè entro la chiusura dei termini per la presentazione delle liste per le prossime Elezioni Comunali, non crediamo voglia affrontare con un simile peso sul groppone una campagna elettorale per la quale è già noto ai quattro venti che sarà nuovamente candidato con la medesima lista del Sindaco uscente Astolfi; in più, non ricevendo dall’Assessore riscontri su eventuali errori e quindi pronta restituzione delle somme percepite, non potremmo esitare nel far verificare dalla Giustizia se i comportamenti tenuti sono legali o meno, trovandoci costretti a far verificare anche la posizione del Segretario Generale del Comune di Atri, che avrebbe dovuto avere il compito di vigilare e far rispettare il Regolamento e le Leggi.