Almeno fino a domenica scorsa, quando l’hotel Du Parc di Atri ha fatto da contorno alla nascita di una uova lista civica, che ha lanciato la candidatura di Pierluigi Mattucci. Al suo interno, rappresentanti trasversali delle più diverse derivazioni politiche. Ad unirli, il disegno condiviso di “dare vita ad un serio progetto politico alternativo alla Giunta Astolfi che sintetizzi il difficile lavoro svolto dall’opposizione in questi cinque anni e che, per qualità della proposta e delle donne e degli uomini chiamati ad attuarla, sia davvero credibile e realizzabile”. Una candidatura che evidenza una duplice spaccatura: nelle fané dell’Udc e del Partito Democratico. Ed è proprio su questo fronte che, a suonare la sveglia al Pd ducale, é Rifondazione Comunista, per bocca dei segretari regionale e provinciale, Marco Farsve Marco Palermo. Sono loro a parlare di quello che definiscono “un suicidio politico”. “Da un lato, una parte di esso si appresta a confluire in una lista civica promossa da vecchie dirigenze del centrosinistra e capitanata dall’UDC; l’altro pezzo del gruppo dirigente locale del PD, tristemente colpevole dell’attuale situazione, vagheggia un’ipotesi di lista velleitaria e priva di prospettive. Questa spaccatura, quasi sicuramente, condannerà l’intero centrosinistra di Atri all’irrilevanza politica, riconsegnando la città al centrodestra atriano, proverbiale esempio di cattiva amministrazione. In queste settimane ci siamo sforzati di ottenere un ravvedimento delle parti in conflitto, chiedendo un passo indietro alle candidature a Sindaco messe in campo, onde promuovere terze figure e un radicale rinnovamento progettuale. Solo un progetto politico civico, aperto e profondamente rinnovato, con il sostegno delle forze di centrosinistra, avrebbe potuto rappresentare il cambiamento che Atri merita. Il politicismo litigioso lo sta rendendo impossibile. Rifondazione Comunista continuerà a perseguire la via dell’unità sulla base di contenuti innovativi e alternativi. L’abbraccio mortale con l’UDC è l’altra faccia dell’inconsistenza progettuale manifestata dal PD. A due settimane dalla presentazione delle liste c’è ancora il tempo per soluzioni condivise. Rivolgiamo un appello che vada oltre i partiti”.