Le Funzioni Pubbliche della Cgil e della Cisl annunciano battaglia sulla questione Teramo Lavoro, che interessa non solo i 110 lavoratori rimasti a casa, ma anche l’intera cittadinanza, privata di servizi essenziali.
“Nonostante l’abnegazione dei dipendenti a tempo indeterminato coinvolti nella gestione delle pratiche dei centri per l’impiego e degli altri servizi, sono ovviamente troppo pochi per garantire tutte le attività gestite finora dai 110 lavoratori della Teramo Lavoro” si legge in una nota a firma di Monia Pecorale (Cgil) e Fabio Benintendi (Cisl). “Ad esclusione delle pratiche di disoccupazione, tutte le altre attività sono paralizzate. L’Amministrazione provinciale sta scaricando la Teramo lavoro srl? Prima devono onorare gli impegni economici con i lavoratori: stipendi arretrati, TFR, pagamento delle ferie non godute…Se la volontà dell’Amministrazione fosse questa, riteniamo ci siano soluzioni alternative: reinternalizzare i servizi all’impiego e i 67 lavoratori, riassorbire gli altri 43 adibiti ai servizi propri dell’Ente nell’altra società in house della Provincia, la Agena. I fondi necessari ci sono e sono stati già stanziati 800mila euro dalla Regione Abruzzo con delibera del 27 dicembre 2012 destinati ai centri per l’impiego della provincia teramana e 200 milioni di euro che la legge di stabilità riassegna alle Province”.
Le organizzazioni sindacali, dunque, diffidano la Provincia ad attingere a long list o a personale interinale o a fare nuove selezioni.
“Metteremo in campo tutte le azioni utili per garantire i livelli occupazionali, i servizi alla cittadinanza e il pagamento delle spettanze dovute” aggiungono “coinvolgendo anche le associazioni che hanno espresso vicinanza e solidarietà alla 110 famiglie. Alla Regione Abruzzo si chiede di accelerare con estrema urgenza l’iter della firma del successivo accordo bilaterale tra Provincia e Regione, ricordando a tutti che da esso dipende la riassunzione, a parità di orario di lavoro, delle decine di lavoratori perché permetterebbe il rilascio di ulteriori fondi destinati ai servizi all’impiego. Nei prossimi giorni, inoltre, chiederemo un incontro urgente alla Procura e alla Guardia di Finanza. Nel frattempo, continueremo ad organizzare presidi di protesta e azioni rivendicative, in ogni sede, a partire dal prossimo consiglio regionale che si terrà il 22 gennaio. Evidenziamo, infine, la totale ‘assenza’ politica e amministrativa dell’assessore Davide Di Giacinto, uno che più di tutti, ha voluto la società in house per garantire i livelli occupazionali dei primi 90 lavoratori. Dov’è finito? Avrà qualcosa da dire ai lavoratori licenziati o il senso di responsabilità umana, civile e politica non è sufficiente nemmeno a fargli esprimere parole di solidarietà?”