Secondo quanto dichiarato dal politico, infatti, al termine di una strada, la fognatura della raccolta dei liquami e degli scarichi delle acque reflue di quella porzione di territorio finisce a ridosso di un fossato, a cielo aperto e senza alcun collegamento alla rete fognaria principale. “Non siamo nuovi a problemi di lavori pubblici effettuati nel nostro territorio – tuona la Pavan – ma questa volta pensiamo che si siano passate tutte le regole sia di buon senso che tecnico amministrative. Si lascia all’immaginazione, e non solo, quale spettacolo rappresentava il disservizio, quali gli odori, quanti gli insetti, quali i problemi ed i pericoli di carattere igienico sanitario per la popolazione”.
Una condizione che sarebbe stata accertata, secondo il racconto della Pavan, anche da un funzionario del Ruzzo che si sarebbe recato qualche giorno fa sul posto con alcuni consiglieri di opposizione e che avrebbe ammesso che non vi erano state precedenti segnalazioni.
“Da quanto tempo il Comune di Bellante è a conoscenza del problema? – si chiede Flaviana Pavan – Quante volte e come l’amministrazione di Bellante, nel corso degli anni, ha rappresentato il problema al Ruzzo? E pensare che l’amministrazione vanta, in loco, anche la “attiva” presenza di un assessore alla seconda legislatura”.