Di queste, la terza è di certo la meno “democratica”. Ma è esattamente quanto è successo in quel partito che l’aggettivo “democratico” ce l’ha insito nel nome e, cioè il Pd.
Protagonista di questa vicenda politica, che sta tenendo banco nelle ultime ore, è Ilaria De Sanctis, presidente comunale di partito. A scatenare l’ira della Segreteria Regionale, secondo la versione teramana, sarebbe stato il comunicato inviato, tra gli altri, anche dalla stessa De Sanctis, dopo il Consiglio Regionale del 23 ottobre scorso, sul riordino delle Province, nel quale si criticava con forza la posizione assunta dal capogruppo regionale Camillo D’Alessandro.
La storia si è evoluta ieri, quando il segretario regionale Silvio Paolucci avrebbe inviato una e-mail alla De Sanctis per comunicarle l’espulsione dalla segreteria regionale del partito, organismo del quale faceva parte dal 2009. La notizia ha destato non poco clamore, anche se qualcuno preferisce abbassare i toni parlando di “allontanamento” piuttosto che di espulsione. In sostanza, il risultato non cambia.
Solidarietà alla De Sanctis è stata espressa, oltre che dal sindaco teramano Maurizio Brucchi (“non è il mio partito ma Ilaria è una mia concittadina e quindi mi sento di difenderla”) e da quello di Pineto, Luciano Monticelli, da numerosi esponenti locali del Pd, come Alberto Melarangelo, segretario dell’Unione Comunale Pd Teramo, Mirko De Berardinis, segretario del circolo Pd “E.V.Orsini” Teramo Centro, Maurizio Sciamanna, segretario del circolo Pd Teramo Est, Fernando Di Girolamo, segretario del circolo Pd S.Nicolò a Tordino e Giusi Casolani, segretaria del circolo Pd Villa Vomano
“Pur consapevoli della natura fiduciaria dell’organismo” commentano in una nota “riteniamo la scelta del segretario Paolucci miope e sbagliata, anche perché taglia fuori, senza alcuna consultazione interna, l’unica rappresentante della città di Teramo nella segreteria regionale del Pd. Ribadiamo la nostra totale fiducia alla presidente comunale Ilaria De Sanctis ed auspichiamo che il segretario Paolucci torni sui suoi passi, ricordandogli che il partito è un organismo collettivo e non la semplice espressione di individualismi”.