Giulianova, il Comitato ribadisce: ‘soluzione migliore è ospedale di I livello sulla costa’

Giulianova. “Il fatidico 30 Ottobre è passato. In tale data si è svolto il tavolo di confronto tra i rappresentanti del gruppo di lavoro del Comune di Giulianova e il Presidente della Regione D’Alfonso sulle sorti del nostro nosocomio”.

Lo ricorda il Comitato Intercomunale per la salvaguardia dell’ospedale costiero di Giulianova che non è stato invitato, “nonostante rappresenti una forza popolare che raccoglie le volontà e le adesioni di migliaia di utenti dell’area vasta. Ma non ci rammarichiamo, poiché sin dal primo giorno abbiamo tenuto a dirci che ci presentavamo come una forza popolare che volesse fare sensibilizzazione sociale attorno a un problema che stava passando in sordina,e che questa forza non credeva assolutamente in questo tipo di tavoli. La dimostrazione, puntuale, è arrivata subito. Mentre la palla passa di nuovo a Fagnano, in un gioco teso a fare una spasmodica melina in attesa delle future elezioni regionali del 2019, il nostro ospedale continua silenziosamente a perdere pezzi, con l’unico primario rimasto che farà ora la spola tra Teramo e Giulianova. Adesso, quindi, possiamo parlare liberamente, senza che nessuno possa rimproverarci di esasperare gli animi della politica,e possiamo ribadire che il disegno e’ chiaro ormai da tempo, ed abbiamo l’ennesima riprova. La riprova di una politica lontana dal popolo, ma soprattutto lontana da ogni criterio di ragionevolezza amministrativa. L’obiettivo finale è quello di creare una struttura unica provinciale con 600/650 posti letto, qualche centinaio al di sotto di quelli che ci spetterebbero”.

Per il comitato “l’idea, che sia per la questione posti letto sia per una questione di efficacia della rete ospedaliera provinciale non e’ sicuramente la migliore percorribile ( ribadiamo fermamente la volontà di avere due ospedali di I livello , uno nel comune capoluogo e uno sulla costa,come ci spetterebbero per legge ), e’ stata ulteriormente aggravata dalla paventata idea di spostare il sito nemmeno più nel centro esatto della provincia ( Mosciano Stazione/Selva Piana) a pochi passi da un’uscita autostradale, bensì in località Piano d’Accio/Sant’Atto. Non ci vuole molto a comprendere come in ogni caso la provincia teramana uscirebbe sconfitta e dapauperata a livello sanitario da tali scelte, con le Marche pronte ad assorbire sempre più la mobilitàa’ passiva causata dalle nostre scelte suicide e con privati che gongolano nell’attesa di mettere la mani su strutture strategiche come il nosocomio giuliese. Crediamo inoltre che fino al 2019 la sanità teramana, continuerà ad essere depotenziata silenziosamente, il tutto senza prendere vistose decisioni che potrebbero portare a risultati catastrofici in sede elettorale. Ma non si può star fermi, e ora più che mai facciamo appello a tutte le forze politiche , associative e alla società civile affinché il problema venga affrontato a dovere, e si possa concertare tutti insieme le azioni che si rendano necessarie a tentare di fermare questo massacro”.

Il Comitato Intercomunale continua a svolgere azioni mirate di sensibilizzazione sul tema. “In accordo con diversi rappresentanti degli istituti dell’area coinvolta, saremo presenti nel corso delle assemblee d’Istituto per spiegare cosa realmente sta accadendo. Purtroppo nello scorso mese abbiamo dovuto affrontare problemi logistici causa distruzione-sequestro del nostro materiale. Per ovviare in maniera tempestiva abbiamo svolto una raccolta fondo che ci sta permettendo di riacquistare gazebi, tavoli ed altre cose a noi tolte. Nel corso di questa raccolta fondi, come spesso accade, c’è chi non ha perso tempo per tacciarci di ‘sfruttatori della politica’ in vista di elezioni. Abbiamo preferito non alimentare sterili polemiche investendo le nostre energie per rimanere costantemente sul tema”, conclude.

 

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