“Con tutto il rispetto per il progettista, che mi dicono molto noto ed apprezzato addirittura in ambito nazionale”, dichiara il sindaco, “purtuttavia mi sembra che la fisionomia del nuovo edificio, ultramoderno, faccia a pugni con il contesto in cui è inserito, caratterizzato da preesistenze tardo ottocentesche e di primo Novecento. D’altronde la zona in cui si colloca è quella dell’espansione urbana extramuraria avutasi a partire dagli anni settanta-ottanta dell’Ottocento; fuori, quindi, dell’antico perimetro quattrocentesco, ma comunque entro un’area che si connota per la presenza di edifici con uno stile omogeneo, e comunque con una loro connotazione precisa. So bene – prosegue Mastromauro – che per molti non è temerario inserire emergenze ultramoderne all’interno di aree con tessuti edilizi antichi, modificando così la città consolidata e portando di conseguenza nuove funzioni all’interno di edifici storici. Una coesistenza che, per citare un esempio molto noto, si ravvisa nell’ambasciata olandese di via Michele Mercati a Roma, con interventi che hanno interessato un villino neo-rinascimentale risalente al 1929. O più ancora nella City di Londra. Ma Giulianova non è Londra, né Barcellona, ed io credo che il progetto debba essere rivisto. Per questo – conclude il sindaco – ho chiesto l’intervento del dirigente Maria Angela Mastropietro in ordine al permesso di costruire, così come pubblicamente chiedo ai committenti di rivedere il progetto dell’edificio, rimettendomi alla loro sensibilità”.
Il progetto dell’edificio, secondo quanto appurato dal sindaco, il 22 marzo aveva ricevuto parere contrario, unicamente per questioni di tipo tecnico, dalla Commissione edilizia, che poi, il 30 aprile, aveva emesso parere favorevole, comunicato alla ditta il 4 maggio seguente.