Carenza idrica, sindaco di Silvi scrive a Chiodi

gaetano_vallescuraSilvi. La carenza idrica ha colpito quasi tutti i comuni della costa teramana. Il sindaco di Silvi, Gaetano Vallescura, ha scritto al presidente della Regione Gianni Chiodi, per denunciare le inefficienze dell’ACA, l’Azienda Comprensoriale Acquedottistica sottende ai servizi idrici d’ambito nei comuni nelle province di Pescara, Chieti e Teramo, e chiedere un intervento per evitare disagi nel futuro.

IL TESTO INTEGRALE:
“Ill.mo Presidente, non rimane che appellarmi a Lei, con questa lettera aperta, sono mesi ormai che siamo in emergenza idrica, un problema ormai ricorrente da anni al quale non si riesce a porre rimedio. Serve a poco ricordarle che la  problematica non è dovuta sola alla siccità acclarata in questi ultimi giorni, infatti siamo in emergenza idrica già dal mese di Giugno. Inutile sottolineare la dispersione di acqua dovuta a reti obsoleti, o ad investimenti operate dall’ACA ad esempio per impianto ad osmosi inversa, costata agli utenti circa 500.000,00 euro, e mai messo in funzione, e non si riesce a capire se per scelta scellerata da parte della stessa o per l’apparato burocratico che deve autorizzare la messa in funzione dell’impianto, impantanato nei meandri di leggi e leggine poco chiare in materia, dove nessuno ha il coraggio di assumersi responsabilità. Quelle responsabilità che i sindaci, come Lei ben sa, si assumono quotidianamente, rischiando personalmente nell’interesse dei cittadini. Non so più cosa rispondere ai cittadini e ai turisti, che hanno la sola responsabilità di pagare per servizi non resi, e di doversi fare la doccia con acqua minerale, se non dire con grande imbarazzo di vergognarmi, di appartenere ad una regione che punta sul territorio e sul turismo, e che nonostante sia ricca di  sorgenti e di acque eccellenti non riesce a garantite con appropriati investimenti un servizio di primaria importanza.
Confidando nella sua sensibilità e nella sua intelligenza, la prego voler intervenire ed interessarsi per porre fine a una sciagura che non dipende solo dalla natura, a mio avviso madre e non matrigna, ma dall’operato degli uomini quasi sempre patrigni”.

 


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