Per salvare l’Università di Teramo? Servono servizi. Ecco la proposta dei Giovani Democratici

giovani_democratici_uniteTeramo. Più servizi per gli studenti, perché l’università non può e non deve essere un realtà avulsa dal territorio. Questa la proposta dei Giovani Democratici della provincia di Teramo per la rinascita dell’Unite, presentata questa mattina in conferenza stampa.

“Noi chiediamo alle istituzioni una serie di misure molto pratiche a favore della nostra università”, ha dichiarato il segretario provinciale dei Gd Matteo Sabini. Revisione delle corse dei bus, nuove aule studio, una service card unica per gli universitari, il completamento della Casa dello studente. Queste le richieste dei giovani del Partito Democratico. “Chiediamo che venga ripristinata la linea 7 tra Colleparco e la stazione, tra le 15 e le 17, cioè negli orari in cui sono frequenti le lezioni. Agli studenti servirebbero anche nuove aule studio in cui potersi recare nel pomeriggio, e bene sarebbe che fossero in centro. Ad oggi le strutture sono poche”.

Tra le proposte più importanti, anche una service card per agevolazioni agli studenti. “Pensiamo ad una carta per sconti in esercizi convenzionati, oppure per convenzioni per musei ed eventi” ha aggiunto Sabini. Poi ovviamente il completamento della Casa dello studente. “Sono anni che aspettiamo questa struttura che è fondamentale per un’offerta agli universitari che sia degna di questo nome”.

I Giovani Democratici puntano poi il dito contro alcune misure previste dal governo nel recente decreto della Spending review. “In base alle norme che potrebbero essere liberalizzate le tasse per gli universitari fuori corso e gli extracomunitari, inoltre per quelli in regola con i corsi le tasse potrebbero aumentare anche del 60 per cento” ha spiegato il vicesegretario provinciale dei Gd Mauro Falini. “In questo modo si causerebbe un ulteriore calo delle immatricolazioni, già diminuite in questi anni a causa della crisi economica, e verrebbe meno il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione”. Queste posizioni sono già state recepite dall’assemblea nazionale del Pd e i deputati democratici si sono impegnati per cancellare questa norma.

“Il problema non è aumentare le sedi della nostra università, ma creare una sinergia tra territorio e facoltà che possa attirare i ragazzi” ha detto Mirko Rossi, responsabile regionale Formazione politica dei Gd. “La questione essenziale sono i servizi, cioè uno degli aspetti più importanti perché le matricole scelgano il nostro territorio piuttosto che altre realtà italiane. Fa riflettere anche il ritiro del comune di Teramo dalla fondazione dell’Unite, che dovrebbe essere un luogo in cui il comune esplicita le proprie proposte politiche per l’ateneo”.

“Teramo ha una università, ma non è ancora una città universitaria” ha concluso Sabini. “Chiediamo a tutte le istituzioni di impegnarsi perché Teramo sia in grado di offrire ai ragazzi tutti i servizi di cui un universitario ha bisogno e che trova in molte città italiane”.

 

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