“Si tratta di una vera e propria tragedia – interviene il primo cittadino pinetese – perché, tra le altre cose, incide negativamente sul benessere degli abitanti, incentiva l’emigrazione e abbatte il valore dei fabbricati. Da anni siamo impegnati per migliorare la qualità della vita del borgo di Mutignano, per il quale è stato investito moltissimo e la chiusura di un presidio che in un certo senso rappresenta lo Stato, l’ultimo rimasto, sarebbe una vera iattura”.
Monticelli ammette che il servizio postale classico, con l’affermarsi della posta elettronica e la diffusione delle agenzie di recapito, non è più quello di una volta, “ma – sottolinea – è stato integrato con servizi utilissimi, soprattutto nei piccoli centri. Ciò che sta accadendo non è pertanto corretto, soprattutto nei confronti dei cittadini che con sacrificio pagano le tasse e ai quali spettano i servizi”.
Secondo il primo cittadino, le cose potrebbero cambiare se si trasferissero agli uffici postali una serie di servizi a pagamento come, ad esempio, il rilascio di certificazioni o la possibilità di pagare il ticket sanitario.
“Credo che la problematica vada affrontata con fermezza e decisione a tutti i livelli istituzionali – conclude Monticelli –. Se il piano di smobilitazione di Poste Italiane andrà avanti, l’entroterra morirà e i giovani continueranno a scappare favorendo lo spopolamento già in atto da diverso tempo. Gli anziani che rimarranno saranno abbandonati a se stessi e dovranno sopportare notevoli difficoltà. Non credo che questo sia il futuro che vogliamo”.