“Il vento sta cambiando” commenta il segretario provinciale di partito, Robert Verrocchio “e loro reagiscono con la solita arroganza. La stessa che hanno utilizzato un anno fa, il 28 luglio del 2011, quando hanno letteralmente occupato la Ruzzo Reti”.
Ed è proprio la società acquedottistica al centro della “battaglia”, soprattutto dopo l’ultima assemblea che ha visto il rinvio dell’approvazione del bilancio e la sostituzione, nel Consiglio di Amministrazione, del discusso Vinicio Ciarroni con il ‘papabile’ alla presidenza, Vittorio Scuteri.
“Si sono vissute ore terribili” aggiunge Verrocchio “e tutti insieme, da questa parte, abbiamo deciso di tracciare una linea, chiedendo le dimissioni e l’azzeramento dell’intero CdA e avvisi pubblici. Insomma, in una parola sola, abbiamo chiesto trasparenza”.
A capo della “corazzata” democratica, l’agguerrito sindaco giuliese Francesco Mastromauro, che ha voluto raccontare l’altra versione dei fatti di una assemblea fuori dall’immaginabile.
“I 15 sindaci del Pd” spiega il primo cittadino “hanno ribadito alcuni punti fondamentali. Anzitutto, ricordando che l’anno scorso si è consumata una pagina bruttissima, con un’evidente occupazione della cosa pubblica. La minoranza dei sindaci, in questo tempo, è stata tenuta fuori da qualunque decisione, i primi cittadini non sono mai stati coinvolti e chiamati”.
E si arriva al 15 maggio scorso, giorno in cui Claudio Strozzieri rassegna le dimissioni dalla carica di presidente. “E’ andato via sbattendo la porta” continua Mastromauro “ma nessuno si è degnato di dirci perché. Abbiamo chiesto di azzerare gli organismi e ripristinare quella legalità violata con la nomina di Carlo Ciapanna, aggiungendo che l’iter seguito all’indomani delle dimissioni di Strozzieri è viziato da profili di illegittimità. Il 28 maggio, infatti, il CdA del Ruzzo, privo di presidente, ha assunto due atti: con il primo ha surrogato Strozzieri con Ciarroni, mentre con l’altro ha nominato Ciapanna”.
Due verbali illegittimi, secondo Mastromauro, nella duplice veste di sindaco e avvocato. “Ciapanna non poteva essere nominato in quelle sede, perché secondo lo statuto, se un componente si dimette, bisogna sostituirlo ripristinando la funzione”. In sostanza, paradossalmente, la nomina di presidente del Ruzzo sarebbe dovuta andare non a Ciapanna, bensì a Ciarroni, alias il segretario tuttofare del sindaco Maurizio Brucchi.
E, tornando all’ultima assemblea, quella del bilancio rinviato, Mastromauro aggiunge che l’unico punto ribadito nell’occasione è stato molto chiaro: “saniamo prima le criticità, azzeriamo tutto e ricominciamo da capo, perché avete fatto l’ennesima frittata dettata da un’incapacità amministrativa, non dico del Ruzzo, ma anche di un condominio. Azzeriamo il Cda e ricomponiamolo con un avviso pubblico e, visto che ci siamo, riduciamo da 5 a 3 i componenti. Ovviamente, il centro destra ha fatto tutt’altro”. E il “tutt’altro” consiste nella sostituzione di Ciarroni con Scuteri e nel rinvio dell’approvazione del bilancio. Ora la questione è una: o il centro destra sana le irregolarità pregresse o fino ad allora il bilancio non potrà essere approvato, perché viziato. Il messaggio è chiaro: il Pd non ci sta più alla spartizione di poltrone e poltroncine. “Scusate il ritardo” conclude il sindaco di Castellalto, Vincenzo Di Marco. “Oggi ci siamo e vogliamo aprire una fase nuova e più trasparente.
Sarà il vento dell’antipolitica o una vera voglia di cambiamento? Questo si vedrà.
Marina Serra