“C’era una volta un gran bell’ospedale, ben poco tutelato dalle passate rappresentanze politiche. Nonostante ciò, grazie all’impegno di validi professionisti e valorosi collaboratori, l’ospedale per fortuna, anche se malconcio è ancora lì. Negli ultimi anni però le cose sono cambiate. Sono comparse all’orizzonte nuove figure, maestri d’efficienza, capaci di grandi prodigi, capaci di trasformare il piombo in oro e far comparire come d’incanto reparti ed attrezzature mirabolanti, in un batter d’occhio. Seppellite tutte le vostre speranze e desideri nel campo dei miracoli, ci è stato detto, ed il gioco sarà presto fatto. Così sostenevano e teorizzavano i nuovi arrivati. Qualche miscredente disilluso avrà pensato: ma tutto ciò è assurdo! Ebbene sappiate che tutto ciò che per i più potrebbe sembrare illogico, per gli illogici è l’essenza stessa della verità. Accadde allora che alcuni si recarono realmente a sotterrare le loro speranze nell’attesa che comparissero i frutti agognati. Tanto era il convincimento, che a più riprese, più di qualcuno giurò di aver visto spuntare qualcosa, ma era solo la trasposizione di una loro fallace speranza. Nel frattempo, alcuni che molto più cinicamente già intravedevano le prossime competizioni elettorali, operavano un opportunistico, tardivo ed inutile ravvedimento, atto solo a rifarsi una impossibile verginità. I più convinti fautori della scelta operata, invece, non limitandosi all’attesa, presi da tanta speranzosa foga unita ad altrettanta superficialità, iniziarono a sventolare ai quattro venti le meraviglie che si sarebbero da lì a poco concretizzate. Non mancavano ovviamente gli scherni e le critiche per tutti coloro che non avevano voluto credere a tanta grazia e via giù con comunicati dal tono trionfalistico, di chi nella propria ingenuità, pensava di avere già la situazione in pugno. Il giorno fatidico infine arrivò. Come era stato loro promesso, i personaggi dell’assurdo si recarono speranzosi a raccogliere i frutti di quanto seminato , ma …stupore, incredulità, sgomento. Sugli alberi non era spuntato alcun frutto, nulla di quanto promesso. Solo tagli, accorpamenti, declassamenti e niente più. Nulla di nulla…o forse si! Forse qualcosa in lontananza sembra intravedersi. Si, ora tutto ci appare più chiaro. Sono il gatto e la volpe, seguiti dalla corte dei miracoli che contenti del loro bottino, se ne vanno chissà dove, a perpetuare un ulteriore inganno a discapito di qualche altra illusa ed ingenua amministrazione”.
Sulla questione intervengono anche i capigruppo di opposizione al Consiglio Comunale di Atri (PD, UDC, LA ROSA BIANCA), che puntano il dito contro l’Assessore Di Giacinto e la Consigliera De Lauretis. “Verrebbe da esclamare con un vecchio detto popolare ‘Gli asini litigano ed i barili si rompono’. Fuor di metafora gli asini che litigano sono i pezzi di PDL, locale e provinciale, in lotta tra di loro, dopo avere preso atto del fallimento della politica sanitaria del trio Chiodi/Venturoni/Varrassi e i barili che si rompono rappresentano, purtroppo, l’Ospedale di Atri martoriato proprio da quel trio. Con buona pace delle tragicomiche assicurazioni del Governatore in Consiglio Comunale ad Atri che ci aveva chiesto persino di pregargli la salute!! Figuriamoci….Di Giacinto e De Lauretis la finiscano di fare due parti in una commedia di terz’ordine che non fa ridere nessuno ed escano finalmente dalla schiera dei paggi reggicoda, con a capo il loro Coordinatore Filiani, e trovino il coraggio, se lo hanno, di schierarsi con gli atriani veri, quelli, cioè, forze di opposizione in testa, che da anni denunciano e lottano per difendere il Presidio, ridicolizzati e criminalizzati da loro stessi per avere fatto il loro dovere.
Meglio tardi che mai!! Perché, se non l’avessero capito, in ballo non ci sono le miserrime beghe di lor signori, che non interessano proprio nessuno, e, men che meno, agli atriani di buona volontà che non ne possono più, ma il destino della nostra Comunità. Questo ci hanno ricordato gli studenti di Atri nella manifestazione dell’otto ottobre dell’anno scorso con il loro cartello, raggelante nella sua semplice efficacia, ‘Se il San Liberatore finisce… Atri finisce’. Noi continueremo a fare di tutto per impedirlo e, in ogni caso, non esiteremo ad additare al pubblico disprezzo i nemici di Atri ovunque si trovino.
Il grande Eduardo fece dire a Gennaro Jovine in Napoli Milionaria ‘addà passà a’ nuttata’.Noi speriamo passi presto e, soprattutto, senza che costoro facciano altri danni”.