Atri. Si torna a parlare di Centro Turistico Integrato ad Atri e, dopo i consiglieri di opposizione intervenuti nei giorni scorsi a proposito della delibera approvata nel consiglio comunale del 4 aprile scorso, ad intervenire oggi sulla questione è l’Idv atriano.
“Nulla da obiettare” commenta il partito in una nota “viste le esangui casse del nostro ente”. La voglia di approfondire, però, scaturisce immediatamente dopo, a seguito di una attenta lettura dello stesso bando. “Nella stesura dell’atto” si legge ancora nella nota “traspare lampante un approccio sin troppo frettoloso e superficiale. Con atteggiamento a nostro avviso autolesionistico, apprendiamo che il nostro ente vuole al più presto completare l’iter d’assegnazione. Ci chiediamo allora: perché tanta fretta? Si pone in essere uno strumento che dovrebbe fornire al Comune una giusta risposta ed un congruo ristoro, ma inspiegabilmente, si accelerano le procedure di assegnazione e si minimizza la divulgazione della gara. Ci si comporta, in pratica, in maniera a dir poco illogica e anticonveniente per l’ente. Ovvio chiedersi allora il perché non si sia atteso la pubblicazione sul Bura e la motivazione dei 30 giorni, invece magari dei più congrui 60 o 90. Perché poi un ente dovrebbe cedere quasi a titolo gratuito una simile struttura, visto che gran parte del canone minimo richiesto (6mila euro annui), è in gran parte già garantito dalla locazione dei locali facenti parte della struttura “palestrina”, per circa 5400 euro annui? Perché poi non è stato redatto, e soprattutto reso parte integrante dell’accordo, un adeguato e calmierato piano tariffario dell’intera struttura? Come se poi non bastasse, mentre si stabiliscono vincoli sui tempi e sulla durata dell’accordo (25 anni, praticamente più di un arco generazionale ), non viene fatta alcuna menzione del piano industriale e dei rispettivi lavori infrastrutturali eventualmente da realizzare nell’area del sito. Per ultimo, ma non ultimo, emerge chiara in tutta la vicenda la mancanza di sensibilità e di lungimiranza mostrata nei confronti delle società sportive che utilizzano e gestiscono tutt’ora gli impianti, con molti sacrifici e in alcuni casi anche con propri investimenti, che potrebbero trovarsi gravati di pesanti balzelli capaci di incidere pesantemente sul loro futuro, creando le basi per un ulteriore impoverimento del nostro tessuto sociale e del mondo giovanile in particolare. E siccome poi, come recita un vecchio detto, ‘la fretta è cattiva consigliera’, non possiamo non stigmatizzare gli errori, le imprecisioni, le procedure di copia-incolla emerse nell’atto che, oltre a certificare una certa approssimazione, rischierebbero in caso di contenzioso, di inficiare l’accordo e ritorcersi anche economicamente, contro l’intera collettività atriana”.