“L’ennesimo scivolone della maggioranza che anche su questa vicenda ha responsabilità dirette”, è il commento del consigliere regionale del Pd, Claudio Ruffini in merito alla vinceda che ha colpito l’Arit, condannata a risarcire otto lavoratori per non aver ricevuto un regolare contratto a tempo indeterminato nonostante avessero vinto un concorso.
“Come al solito il duo Chiodi-Carpineta ha trascurato il pericolo insito in questa vicenda. Nonostante i nostri continui appelli a trovare una mediazione, una soluzione con i dipendenti, non ci hanno dato ascolto e questi sono i risultati. Adesso temiamo che a questa prima sentenza ne possano seguire altre – commenta Ruffini – obbligando l’Arit a risarcire con pesanti esborsi altri dipendenti. Di questo passo l’Agenzia regionale per l’informatica potrebbe “incartarsi” e ritrovarsi impossibilitata a svolgere le proprie funzioni. Funzioni che lo stesso Consiglio regionale aveva riconosciuto all’Arit, con una risoluzione approvata all’unanimità in data 14 giugno 2011, che impegnava la Regione ad assumere i provvedimenti necessari per utilizzare l’Arit per i servizi informatici della stessa Regione Abruzzo, delle Asl e di tutti gli Enti strumentali”.
Secondo Ruffini se la Regione avesse trasferito all’Arit tutte le attività informatiche che attualmente esternalizza pagando diversi milioni di euro, oggi l’Agenzia regionale con sede a Tortoreto avrebbe potuto mantenere gli impegni con gli idonei dei concorsi e non essere sottoposta ai risarcimenti richiesti.
“L’applicazione della sentenza – aggiunge il consigliere del Pd – contraddice nei fatti la volontà della Regione che prima assegna un ruolo all’Arit ma poi nulla fa per aiutarla a svolgere le funzioni che le ha attribuito. L’Arit è stata praticamente svuotata di figure professionali dalla Regione Abruzzo, basta ricordare che nel dicembre del 2010, altri 40 precari dell’ente strumentale erano stati già mandati a casa dopo cinque anni e più di lavoro con contratti di collaborazione continuamente rinnovati. Solo la sentenza di un giudice ha permesso ai dipendenti dell’Arit di veder riconosciuto un loro diritto”.
A queste condanne e alle altre che probabilmente seguiranno, per il consigliere democratico la Regione potrebbe porre riparo semplicemente adottando le decisioni che il Consiglio regionale ha preso con la risoluzione.
“Le esternalizzazioni dei servizi informatici – conclude Ruffini – sono funzionali ad accontentare ditte esterne ma non certamente garantiscono un abbattimento dei costi e un’efficienza degli stessi servizi. Chiodi e Carpineta abbiano rispetto della volontà del Consiglio ed evitino che costi di questo genere arrivano sempre a colpire le tasche dei cittadini abruzzesi”.