Teramo. Dopo la proroga di due mesi concessa dall’Amministrazione provinciale ai dipendenti di Teramo Lavoro, quali servizi aggiuntivi sono stati affidati alla Società in house che possano giustificare un aumento del compenso da circa 100mila euro al mese (luglio-dicembre 2010) a 175mila euro al mese, dal 1 marzo al 30 aprile 2012?
E’ quanto chiede il consigliere provinciale dell’Idv, Mauro Sacco, che ieri ha presentato un’interrogazione al riguardo. Lo stesso chiede, poi, di chiarire il ruolo della Direttrice Generale della Provincia, Gianna Becci, chiedendosi come possa esercitare il controllo analogo sulla società Teramo Lavoro e allo stesso tempo firmare, come dirigente, l’atto che assegna 350mila euro alla Società in questione.
Secca la risposta del presidente della Provincia Valter Catarra. “L’aumento del costo del personale di Teramo Lavoro” spiega in una nota “è dovuto, unicamente, all’applicazione del contratto di lavoro, come si evince chiaramente dalla documentazione ufficiale: da luglio a dicembre del 2010, periodo preso a riferimento dal consigliere Sacco, i costi sono stati inferiori semplicemente perché i lavoratori non avevano contratti a tempo pieno. Quando, su precise e motivate richieste da parte della stessa dirigente del settore Lavoro, quasi tutti i contratti part-time sono diventati a tempo pieno, ovviamente, i costi sono aumentati. Quanto alla decisione di prorogare i contratti dei 60 dipendenti della Teramo Lavoro pagati con i trasferimenti del Fondo sociale europeo, fatto di cui evidentemente Sacco si rammarica, questa, è stata assunta unicamente per salvaguardare lavoratori e servizi in attesa di verificare se la programmazione pluriennale regionale del Fondo sociale europeo ci consentisse di procedere con le selezioni a tempo indeterminato così come avevamo previsto all’inizio di questa esperienza. Detto questo, alla luce di quanto leggo sull’interrogazione presentata, ricca di questioni di lana caprina su aspetti procedurali, sul come e perché abbiamo pagato gli stipendi questo mese (aspetti che affronteremo nelle sedi istituzionali opportune come il Consiglio) l’Italia dei Valori mi deve dire, e più che a me deve dirlo alla schiera di lavoratori precari della Provincia che Sacco ha contribuito a creare quando era amministratore, cosa bisogna fare di questi lavoratori che nessuna legge consente di stabilizzare; cosa bisogna fare delle partecipate delle Province visto che un intero Governo tecnico e professionisti di caratura nazionale se lo stanno chiedendo e ancora non si sono dati e ci hanno dato una risposta; come risolvere il problema della programmazione pluriennale visto che la Regione ci ha comunicato che la copertura del Fondo sociale europeo è assicurata solo per tutto il 2012. Insomma, piuttosto che continuare a speculare su Teramo Lavoro e tutto il suo carico di problematiche non certo create da noi, sarebbe il caso che Sacco e il suo partito si assumessero la responsabilità degli errori commessi evitando ogni volta di ripercorrere il vecchio, sterile gioco delle parti, visto che in questo caso specifico, oltretutto, costa caro, molto caro alle persone”.