Atri. Torna a farsi sentire l’opposizione comunale atriana che, per bocca dei consiglieri Gabriella Liberatore (Pd), Paolo Lupinetti (Udc) e Carmine Zippilli (La Rosa bianca), riaccende i riflettori sul San Liberatore, alla luce del nuovo Atto Aziendale adottato dalla Direzione Generale della Asl lo scorso 6 marzo.
“Un atto” commentano i capigruppo “che certifica le scelte fin qui assunte e delinea definitivamente il futuro della sanità teramana. Abbiamo atteso il testo coltivando la speranza, se pur flebile, che potesse smentirci: avremmo avuto la soddisfazione di poter dire che avevamo sbagliato a non fidarci e che la mobilitazione di un territorio avesse rappresentato l’occasione per avviare una stagione nuova. Evidentemente così non è: siamo qui con l’amara consapevolezza che il disegno è ormai compiuto, con la certezza che gli atti provvisori che si sono susseguiti a partire dal febbraio 2011, altro non sono stati che un mirato centellinare di tasselli che costituiscono oggi il quadro finale. Un voluto tentativo di assuefare, fino a sfinire la comunità atriana, che si trova oggi a prendere atto che a nulla è valsa la sua protesta”.
I gruppi di opposizione, dunque, tornano a ribadire il giudizio già espresso in occasione della presentazione della proposta. “Un’architettura priva di visione strategica con il solo obiettivo di svilire oltre che sfinire il presidio atriano: fa letteralmente tremare i polsi il declassamento di un’importante unità quale quella di Anestesia e Rianimazione a Struttura Semplice a Valenza Dipartimentale. Una perifrasi che si traduce in una condanna definitiva della storica vocazione chirurgica del San Liberatore”.
E l’Atto Aziendale parla di una psichiatria ridotta a Unità Operativa Semplice Distrettuale, Centro di Salute Mentale, “ossia semplice ambulatorio alla stregua del Centro presente a S. Egidio alla Vibrata” aggiungono i consiglieri. “Per inciso non si comprende come si prevedano due Strutture complesse a Teramo ed una a Giulianova”. E poi ancora urologia ridotta a day surgery, “con attività ridottissima, senza ricoveri, per soli piccoli interventi. Resta, invece, prevista l’Unità semplice a valenza dipartimentale nel presidio di Giulianova”. Senza dimenticare il Centro di Riferimento Regionale di Auxologia e Nutrizione Pediatrica declassato a Struttura semplice e l’Utic: “non è dato sapere, ma è facilmente intuibile, vista la conferma dell’Unità nel presidio di Giulianova, che si attenda il pronunciamento del Tar il prossimo 28 marzo”.
In definitiva “c’è davvero poco da aggiungere” concludono i capigruppo “ma, per quel che ci riguarda, ancora tanto da fare! Riteniamo, innanzitutto, fondamentale che il Consiglio Comunale torni ad esprimersi (in realtà ci basterebbe che tornasse semplicemente a riunirsi considerata la scarsa affezione da parte dell’amministrazione Astolfi verso la massima assise civica, non più convocata da due mesi), ma preannunciamo la nostra assoluta indisponibilità ad ascoltare i vedremo, i che problema c’è e le dietrologie del sindaco, che oggi non può accampare più alcuna scusa. Presenteremo nei prossimi giorni formale richiesta di convocazione del Consiglio Comunale e preannunciamo che siamo come sempre pronti ad intraprendere ogni iniziativa possibile di fronte all’ennesimo schiaffo”.