Pineto. È polemica sulla frana che nella giornata di ieri ha interessato una collina di Pineto. La vicenda ha infatti scatenato la reazione di Marta Illuminati, consigliere Sel, che dichiara di essere stata isolata da tutti, quando era in maggioranza, su questioni relative agli studi geologici su un territorio delicato com’è quello pinetese.
“Sarebbe moralmente più onesto – attacca il consigliere -, se l’amministrazione comunale di Pineto ammettesse le proprie enormi responsabilità riguardo al rischio idrogeologico dal quale un territorio delicato come il nostro non può e non deve prescindere. Già da due anni è pronto uno studio geologico riguardante Pineto, nel quale sono indicate le frane. Beh, in questi casi la cosa più logica è pensare alle ripiantumazioni; già ma d’altra parte i soldi pubblici del nostro comune vengono scelleratamente spesi per studi di porti faraonici, per altro perniciosi per i rischi idrogeologici, o per manifestazioni sulla fisarmonica facendo accesso ai fondi di riserva. E’ vero, è stato commissionato uno studio di cinquecentomila euro sul Fomale Ponno ad uno studio di Mosciano, e non si capisce perché, sia per per continuità, che per ottenere un erario più contenuto, non è stato incaricato lo stesso geologo il quale ha redatto lo studio del quale accenno sopra.
Forse per sperperare ancora denaro pubblico, o per avere per forza l’assenso a costruire o declassare le aree da R4 a R3”. Insomma – si chiede la Illuminati – gli studi servono a tutelare o ad avere permessi ulteriore per nuove cementificazioni? Quando ero in maggioranza, su queste questioni, sono stata volutamente isolata da tutti, anche se già allora in Italia erano tanti i gravi episodi di dissesto geologico verificatisi; per due volte ho ufficialmente richiesto un incontro tra maggioranza e geologo, che però mi è stato negato. Da ciò deduciamo che tale dissennato andazzo lo si può sventare solo dal basso, dalla consapevolezza che riusciremo a creare fra noi cittadini, dimostrando di aver capito che chi ci governa non ha a cuore il bene comune ma solo personali obbiettivi carrieristici fra i quali il mattone diventa un mezzo utile solo per qualcuno ma non per la maggior parte che invece paga di tasca propria la gestione dissennata del territorio”.