Civitella del Tronto. L’Idv a sostegno della presa di posizione di tre comuni (Penna Sant’Andrea, Valle Castellana e Rocca Santa Maria) che chiedono di sciogliere i Bim (bacini imbriferi montani). Giuseppe Zunica, referente del partito di Di Pietro, in una nota ricorda quelle che sono le caratteristiche dei Bim teramani (Vomano-Tordino e Tronto), che raggruppano 26 municipalità, tra le quali anche quella di Civitella del Tronto. I due consorzi gestiscono risorse per oltre 3 milioni di euro che provengono dal sovra canone che l’Enel paga affinché possa sfruttare l’acqua per la produzione di forza motrice. Canone che da inizio anno è aumentato passando da euro 21,08 a euro 22,13 per potenze fino a 3000 KW e da euro 28,00 a euro 29,40 per potenze superiori a 3000 KW. Circa i due terzi dei soldi incamerati servono per mantenere gli apparati che contano 6 dipendenti: 4 per il Bim Vomano-Tordino e 2 per il Bim Tronto; quindi si desume che una parte rilevante della spesa è assorbita dai costi della politica. La loro attività riguarda prevalentemente la sponsorizzazione di manifestazioni artistiche, culturali, gastronomiche; la rappresentanza in alcuni consorzi: Ente Porto Giulianova, Consorzio Sviluppo Industriale Provincia di Teramo; G.A.L.; Consorzio Gran Sasso; Consorzio Ceramica di Castelli; e infine danno qualche contributo per la realizzazione di scuole,ostelli e strade.
“A questo punto la domanda è d’obbligo”, s’interroga Zunica, “in un periodo economico difficile in cui veniamo chiamati ad enormi sacrifici è giusto mantenere in piedi carrozzoni politici di questo genere? Essi negli anni sono serviti maggiormente a sistemare persone politicamente e, nelle nostre piccole realtà,
funzionano come bancomat di appannaggi e di gettoni di presenza. Apprezziamo il coraggio e l’onestà intellettuale dei tre sindaci del teramano che hanno posto il problema evidenziando che oramai questi enti non hanno più modo di esistere, e che le mansioni da loro svolte possono essere benissimo convogliate ai comuni, facendo pervenire loro un’equa ripartizione delle risorse in modo da rimpinguare le esanimi casse comunali permettendo così un vero ed efficace reinvestimento sul territorio. Ci stupisce la scarsa attenzione che i partiti di maggioranza e di opposizione che attualmente egemonizzano il quadro politico locale hanno prestato all’argomento, evidentemente questi enti rappresentano un “buon pascolo” per sistemare i loro adepti”. Va ricordato che i Comuni che ne fanno parte, entro il prossimo 8 febbraio, devono esprimere un proprio parere per l’eventuale scioglimento.