Roseto degli Abruzzi. “Nonostante il gran lavoro fatto dalla precedente Amministrazione che ha portato la raccolta porta a porta in questa Città, dopo anni di promesse non mantenute dal Pd con annessi aumenti ingiustificati, dal 6% del giugno 2011 fino all’attuale 70%, con l’aggiunta anche di una serie di servizi quali, ad esempio, l’Ecocentro nella zona autoporto dove i rosetani possono conferire gli ingombranti, le potature ed i RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettroniche ed Elettriche), il Sindaco Sabatino Di Girolamo e l’Assessore al Bilancio, Antonio Frattari, applicando in maniera tecnocratica e meramente ragionieristica, con una interpretazione tutta loro, delle norme che in realtà potevano essere considerate in maniera diversa, hanno portato la tassa sui rifiuti a Roseto degli Abruzzi a un livello insostenibile per le famiglie,
ma soprattutto per le piccole e medie attività imprenditoriali che già soffrono a causa della più lunga crisi economica della storia, che non riescono più ad andare avanti e che, con questa “mazzata”, probabilmente dovranno alzare bandiera bianca” dichiarano i Capigruppo Enio Pavone di “Avanti X Roseto”, Nicola Di Marco di “Liberalsocialisti-Insieme per Roseto” e Alessandro Recchiuti di “Futuro In”.
“Per amministrare in questi momenti ci vuole “coraggio” nell’assumersi delle responsabilità, fare semplicemente “il compitino” applicando alla lettera norme che sono di dubbia interpretazione ha la sola finalità di scaricare su altri le responsabilità per una decisione politica dell’Amministrazione monocolore Pd, una scelta largamente impopolare e senza giustificazioni reali, tant’è che nei documenti che ci sono stati messi a disposizione nel Piano Economico Finanziario (PEF) della TARI non esiste un allegato da cui si evincono le modalità di calcolo di questo accantonamento di circa 900 mila euro per crediti inesigibili.
Altri comuni hanno adottato metodi di calcolo diversi e più attenti alle esigenze dei cittadini e delle imprese! Si poteva applicare un calcolo sui crediti non riscossi, una norma che è riportata nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi che prevede un accantonamento fino al 5% in un fondo”, proseguono Pavone, Di Marco e Recchiuti.
“Per quanto riguarda infine l’oramai stucchevole lamentela dei crediti non riscossi in Consiglio Comunale sono stati debitamente illustrati i percorsi e gli atti adottati dall’Ufficio Ragioneria e dal suo Responsabile negli anni dal 2013 al 2015.
E’ comunque la confusione generale su questi temi dell’Amministrazione Di Girolamo e dell’Assessore Frattari viene evidenziata, per l’ennesima volta, dalla mancata approvazione della maggioranza monocolore Pd della possibilità della “rottamazione” dei crediti che il Comune ha per tributi locali non pagati dal 2013 al 31 dicembre 2016, pari a circa 1,8 milioni di euro, che con l’agevolazione prevista dalla legge di riduzione di sanzioni ed interessi di mora avrebbe incentivato la messa in regola e pertanto portato soldi nelle casse comunali.
Invece il primo cittadino insiste nel voler mandare l’ufficiale di riscossione nelle case dei rosetani, ma crediamo che vista la situazione economica generale farà un clamoroso buco nell’acqua” concludono Capigruppo dell’opposizione.
“Per quanto concerne la cosiddetta “Multopoli” rosetana non è mai stata nostra intenzione entrare nel merito delle vicenda giudiziarie di carattere penale, noi abbiamo parlato di “opportunità politica e ambientale” e soprattutto abbiamo chiesto di sapere chi paga i circa 90 mila euro di spese legali che il Comune di Roseto degli Abruzzi dovrà sostenere, di cui circa 68 mila già pagati” sottolineano i Capigruppo Enio Pavone di “Avanti X Roseto”, Nicola Di Marco di “Liberalsocialisti-Insieme per Roseto” e Alessandro Recchiuti di “Futuro In”.
“Il Sindaco Di Girolamo piuttosto che stigmatizzare certi comportamenti ha ritenuto di premiare il Comandante Cava che si era autonomamente dimesso e che l’attuale primo cittadino e la sua maggioranza hanno ripromosso a capo della Polizia Municipale”.
“La ciliegina finale del Consiglio Comunale è stata la negazione, ad un portavoce di un gruppo di cittadini, di poter intervenire per rappresentare la propria opinione su questa oramai famoso senso unico di via Manzoni”, dichiarano i Capigruppo dell’opposizione.
“Si tratta sicuramente di un bell’esempio di democrazia per un partito che si chiama Democratico, che ha abolito i Consigli di quartiere e che impedisce ai cittadini di potersi esprimere nell’aula consigliare. Pensiamo che questa Amministrazione sia in uno stato confusionale e che abbia come unico obiettivo quello di screditare l’Amministrazione precedente per la propria incapacità di affrontare i reali problemi della nostra Città”.