Un invito arrivato dallo stesso Ministero dei beni culturali per presentare al Wopa Temporary di Parma l’esperienza avuta a Teramo con gli Stati Generali della cultura. L’assessore con delega all’Urbanistica, Valeria Misticoni, è intervenuta ieri nell’ex fabbrica oggi spazio riaperto dall’Ordine degli Architetti ed utilizzato come contenitore per vari eventi, durante il seminario dal titolo “Futuro periferie – La cultura rigenera”, organizzato dal MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) per affrontare il tema delle esperienze legate alla nuova gestione degli spazi urbani, della loro valorizzazione e del loro rilancio in chiave culturale.
La Misticoni, dunque, ha parlato dell’iniziativa ideata e realizzata dall’ex assessore alla cultura, Marco Chiarini, che ha coinvolto associazioni, ordini professionali, imprenditori, artisti e tutti i soggetti interessati per confrontarsi su tematiche fondamentali per lo sviluppo del territorio quali la progettazione partecipata e condivisa e lo sviluppo, in partnership, di progetti culturali ed idee per il futuro della città.
“La formula scelta per gli Stati Generali della Cultura a Teramo”, ha detto l’assessore, “ha messo insieme il dibattito sul futuro culturale della città e il confronto sulla pianificazione urbanistica e la rigenerazione, dedicando a questi ultimi temi una sessione nell’ambito della quale si è svolta una apposita tavola rotonda e sono stati esposti, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti e l’Università di Camerino, i lavori d’esame e le tesi di laurea che riguardano progetti su Teramo, calza pienamente con il concetto di rigenerazione culturale”.
Nell’incontro si è parlato anche del nuovo ruolo che si intende dare alle periferie, interrogandosi su cosa si intenda per “periferia”, se questa debba essere declinata in termini economici, in termini sociali, in termini culturali o di qualità della vita.
“Il bello genera bello”, ha concluso l’assessore, “e sono fermamente convinta che un’istallazione d’arte, una riqualificazione funzionale di un edificio dismesso e il giusto ripensamento di un vuoto urbano, fungano da deterrente nei confronti dell’abbrutimento, della criminalità e dei comportamenti inurbani molto di più di quanto non faccia la repressione. Anche per questo, facendo leva sull’esperienza della condivisione di idee avviata con gli Stati Generali della Cultura,, stiamo predisponendo la creazione di un Urban Center che dovrà essere il luogo deputato a ripensare la Città, intercettando le poliedriche esigenze della società e creando una progettazione che possa essere, allo stesso tempo, tanto flessibile da rispondere alle variegate necessità e tanto scientifica da rispondere ai canoni di armonia ed efficienza”.