Oggetto del dibattito, infatti, l’atto aziendale del direttore della Asl teramana, che il primo cittadino ha invitato personalmente a partecipare all’assise per condividere le motivazioni dietro alla decisione di chiudere il reparto di Psichiatria della città ducale con il conseguente trasferimento dei pazienti a Teramo e Giulianova.
A causare l’assenza di Varrassi “impegni improrogabili”, come dichiarato dal manager nella nota inviata a Palazzo di Città. “Si tratta di un comportamento negativo” è la risposta del sindaco Monticelli “perché vuol dire che il manager va contro i suoi doveri e non è disposto al confronto. Il fatto che anche i pochi primari rimasti nel nosocomio atriano siano molto allarmati dimostra, inoltre, che questo non è un mio capriccio, ma che la situazione desta una reale preoccupazione”.
Intanto il primo cittadino pinetese informa che questa mattina è stato depositato il ricorso con il quale il Comitato in difesa del San Liberatore e gli amministratori di Pineto e di Atri danno ufficialmente il via a una nuova battaglia legale per salvare il reparto di Psichiatria. “Non solo” annuncia Luciano Monticelli. “Lo stesso accadrà se anche l’atto aziendale resterà così com’è”.