Sebbene soddisfatto dell’obiettivo raggiunto, il sindaco pinetese contesta, infatti, la condizione del nosocomio tra le mura della struttura, dove la situazione sembra essere estremamente precaria.
“Tempi record per le liste d’attesa” elenca il primo cittadino “mobilità passiva, tre miseri posti letto in Psichiatria, macchine come il litotritore e la Tac promesse ma mai arrivate. Anche se l’ospedale di Atri non ha formalmente chiuso, di certo questa non è una situazione sostenibile. Un nosocomio non funziona solo con i tribunali”.
Per questo motivo, Luciano Monticelli promette una nuova battaglia perché “la sanità pubblica prevalga su quella privata. Non posso abbandonare le famiglie che ci hanno sostenuto e non posso abbandonare le mie idee. Il San Liberatore era il fiore all’occhiello di questo comprensorio e i cittadini ne hanno reale bisogno”.
Da qui la decisione del sindaco di Pineto e di alcuni fra i comitati sorti nel corso degli ultimi mesi di incontrarsi nuovamente. L’occasione è stata data dalla vicenda di un secondo ospedale, quello di Guardiagrele, destinato alla chiusura stando a quanto si legge dal nuovo atto aziendale. “Ci incontreremo domenica per costituire un gruppo di lavoro” continua Monticelli “e inviteremo la cittadinanza a partecipare a un confronto pubblico. Non ci piace quello che sta accadendo e torneremo a far sentire la nostra voce”.